Il morso della Lupa

28/03/2010 08:43

La sfida scudetto che si gioca all’ora dell’happy hour ubriaca di felicità un’intera à, facendo girare la testa ai pluricampioni d’Italia. Gara intensissima e incerta fino all’ultimo secondo dei 96’, a conferma del fatto che l’Inter fa sempre paura come dimostra il palo di Milito nel recupero, dopo le traverse di Samuel e dello stesso Milito sull’1-0, a cavallo tra i due tempi. Ma a scanso di equivoci, tre pali (a zero) a favore dei nerazzurri possono ingrassare il conto dei rimpianti senza inquinare il giudizio sulla partita, vinta meritatamente dalla Roma «made in Italy», come dimostrano le carte d’identità dei due uomini-gol e del loro allenatore.

La chiave I giallorossi si confermano superiori in mezzo, grazie al grande movimento di e compagni e al perfetto piano tattico di Ranieri, che stravince il confronto con Mourinho. Il di , modificato inizialmente in 4-4-2 con Menez e larghi tra Perrotta e Pizarro, si trasforma spesso in 4-1-4-1 quando Pizarro arretra davanti alla difesa, mentre Vucinic scala a sinistra, con al centro. E così la Roma è sempre in superiorità numerica di fronte a un’Inter spenta proprio nel reparto centrale. Al di là della tattica, infatti, i giallorossi vincono grazie anche a una migliore freschezza atletica.

Roma lanciata La Roma sceglie il giorno più importante per tornare a battere l’Inter dopo il 4-1 del 7-3-2004, allungando la sua incredibile serie di 21 gare senza sconfitte con 15 vittorie e 6 pareggi. Numeri da grande rincorsa che riducono da 14 a 1 punto il distacco dall’Inter. Lo scudetto non è più una parola proibita, perché tutti scoppiano di salute e nelle ultime 7 gare di campionato, mentre l’Inter sarà felicemente distratta dalla , dopo il confortante rientro di ieri, potrebbe essere il valore aggiunto di una squadra in cui è difficile scegliere il migliore. Da Toni che fa la differenza a Vucinic che si sdoppia tatticamente, da Pizarro a signori del centrocampo, senza scordare la generosità di Cassetti, questa Roma ha il diritto e il dovere di sognare almeno un arrivo alla pari dell’Inter, perché grazie a questo 2-1, dopo l’1-1 dell’andata, le soffierebbe il più beffardo degli scudetti.

Inter nervosa I sorrisetti di Mourinho in panchina tradiscono il nervosismo della squadra, perché 7 ammoniti (, Lucio, Zanetti ed Eto’o salteranno la gara con il per ) sono troppi, a conferma di un momento difficile almeno in campionato. Tre volte grande sul campo della Roma, dove aveva vinto negli ultimi tre anni (1-0 e 4-1 con Mancini, 4-0 con Mourinho), stavolta l’Inter non è soltanto tre volte sfortunata, pensando alle traverse e al palo. E’ anche colpevole, soprattutto nel primo tempo, perché sbaglia Julio "Dida" Cesar sul gol dello 0-1, sbaglia Mourinho a dare fiducia a Stankovic, e più in generale sbagliano i centrocampisti a non assistere Eto’o e Milito che giocano per conto loro con l’unico intermittente aiuto di Sneijder. Mentre la Roma è una squadra, l’Inter è una fiera dei singoli. Ma i singoli non sempre bastano, come non bastano i consueti azzardi tattici di Mourinho che nel tentativo di acciuffare il 2-2 toglie Motta e Cambiasso, inserendo Quaresma e Chivu, che va a sinistra. Zanetti diventa l’unico centrocampista in un disperato 4-1-2-3 con 5 attaccanti: Pandev (già inserito al posto di Stankovic) e Sneijder trequartisti dietro il tridente Quaresma-Eto’o-Milito. Il palo che nega il 2-2 forse è il segnale che il vento è cambiato. La quarta sconfitta in campionato alla vigilia della (0-1 in casa Samp, 1-2 in casa e 1-3 in casa Catania) è la conferma che l’Europa logora chi ce l’ha. E allora non rimane che sperare nella tradizione, felice soprattutto contro il Chelsea. Perché mercoledì ci vorrà un’altra Inter per battere il Cska.