22/03/2010 09:25
E i suoi gol, oltre che belli, sono anche pesanti. Laltra sera, contro lUdinese, Mirko Vucinic ne ha segnati tre tutti insieme, e la cosa mai gli era riuscita in precedenza con la maglia della Roma (ne aveva già centrata una, con il Lecce di Zeman, contro la Lazio). Una tripletta che lha portato a quota 14 reti stagionali, nove in campionato, con un bottino complessivo di 60 centri in Serie A considerando pure quelli di Lecce.
Che, contando il numero delle presenze, non sono tanti; solo che 8 dei 14 gol stagionali, Vucinic li ha collezionati dallinizio di febbraio a sabato sera, e senza neppure giocare tutte le partite. Come dire che il trend è assolutamente positivo. E che, quindi, la speranza che possa aver finalmente raggiunto la maturità inseguita da sempre è più che concreta. Il suo ruolo di titolare nella Roma non è mai stato in discussione, anche nei momenti più complicati per lui e per la squadra. Claudio Ranieri gli ha dato sempre fiducia, anche quando Mirko non ne imbroccava una. Gli errori clamorosi sotto porta accumulati nelle partite contro il Livorno allOlimpico e a Udine, storia dellottobre scorso, lo avevano portato sul banco degli imputati. La gente non lo sopportava più, al punto che in occasione della partita casalinga contro il Bologna, primo novembre, il pubblico salutò un suo gol con i fischi e non con gli applausi. Un record; negativo, ma sempre un record. Da un girone allaltro, la situazione si è completamente capovolta, e la standing ovation che sabato sera ha accompagnato luscita del campo di Mirko, luomo con gli scarpini viola, lo sta a certificare. Si è sempre detto: Vucinic è bravo, bravissimo ma non è cattivo.
Di certo, però, è uno che sa giocare al calcio e che, se impiegato tatticamente in un certo modo, riesce ad essere letale. La sua storia nella Roma racconta che per esaltare le sue qualità, Mirko non deve giocare da punta centrale: se può giostrare accanto a una prima punta, Totti o Toni, diventa micidiale perchè può partire palla al piede in velocità, tagliando il campo e sfruttando una tecnica sicuramente superiore alla media. Se lo assiste la concentrazione, Vucinic può diventare devastante. Solo che troppo spesso, in passato, in campo è apparso lezioso, sonnolento, quasi assente.
Dallinizio di febbraio, invece, è tutto un altro giocatore. E non vè dubbio che la prospettiva di diventare nei prossimi mesi papà abbia giovato alla sua crescita complessiva. La notizia che gli ha dato la sua compagna Stefania gli ha cambiato la vita, dice chi lo consoce bene. Così come è innegabile che con Toni abbia un feeling davvero particolare: i due si trovano ad occhi chiusi, si capiscono al volo e si completano. In attesa del rientro di Totti, una garanzia per Ranieri. Mercoledì sera a Bologna, però, ci sarà bisogno di una conferma immediata per poter poi affrontare lInter, sabato allOlimpico, con ambizioni infinite.