22/03/2010 10:07
Non cè tempo di godersi il fantastico 4-2 contro lUdinese, con Vucinic alla sua prima tripletta in carriera con la maglia giallorossa, Toni sempre utile e decisivo (ha una media di un gol ogni 100) e Menez alla sua miglior partita di tutti i tempi. Questo è il calcio italiano e questa, soprattutto, è Roma. La stragrande maggioranza dei tifosi, quella che aveva storto il naso per lo 0-0 casalingo contro il Milan, pretende luso del «tridente» da qui alla fine del campionato. E contro qualunque avversario.
Claudio Ranieri, in stagione, ha indovinato gran parte delle mosse tattiche e la perfezione, si sa, non è di questo mondo. A quattro punti dallInter (e con lo scontro diretto in casa, sabato prossimo) e a tre punti dal Milan, però, ladrenalina si è alzata di molto. Non sarà facile mantenere lequilibrio tra lentusiasmo dellambiente e la serenità nella gestione del gruppo. Il lavoro di tifoso e quello di allenatore sono assai diversi tra di loro, anche se uno ha bisogno dellaltro e viceversa.
Di sicuro la straordinaria prova di Jeremy Menez, sabato sera, ha regalato alla Roma un possibile titolare in più per lo sprint finale, alla fine di quel «curvone» che Claudio Ranieri ha fissato dopo le partite contro Bologna e Inter. Nei finali di campionato, con squadre spesso più stanche e a volte falcidiate dalle squalifiche, molto spesso hanno deciso gli attaccanti. LInter di Roberto Mancini, ad esempio, nel torneo 2007-2008, trovò proprio in Mario Balotelli larma a sorpresa nelle ultime otto partite ( 3 gol) e strappò con le unghie e con i denti lo scudetto alla Roma di Spalletti.
Può essere Menez larma a sorpresa della Roma? Il francese, fin qui, è stato troppo discontinuo per dare la cosa per scontata. Non gli è mai mancato il talento, semmai lapplicazione. La prova di sabato, però, è stata diversa dalle altre proprio per limpegno che il francese ha messo anche nella fase difensiva. Simbolica lazione del 2-0: palla recuperata, assist in profondità per Vucinic, gol. Menez non è ancora un titolare fisso, ma può essersi guadagnato sul campo la nomina a vice-Totti.
La sua stagione è stata più ombre che luci: 905 minuti e un sol gol, contro il Milan, a San Siro, il 18 ottobre 2009. Purtroppo inutile, perché finì 2-1 per i rossoneri. È anche per questo che sabato, oltre ai due assist per Vucinic, ha cercato anche il gol personale. Senza però eccedere nellegoismo. Come vuole Ranieri. Le tre sostituzioni di sabato (Andreolli, Tonetto e Pettinari) avevano una logica tattica ma sono state anche un segnale per chi è rimasto 90 in panchina, e cioè Julio Baptista, Motta e Cerci.