L'AMORE CONTA

23/03/2010 08:43

due anni di chiusura, è tornato a vivere in pompa magna. «Ci siamo spostati solo di 500 metri – racconta entusiasta il presidente Sergio Rosi – ora siamo in via Ghiberti, ma continueremo ad essere la casa di tutti i romanisti. Nel periodo in cui siamo stati chiusi la Roma ha sfiorato lo scudetto, ora avremmo anche il posto per festeggiare. Non dico altro». Camminando tra i vicoli del quartiere si sentono riecheggiare le note di “Campo Testaccio”, ancora qualche metro e si arriva in via Ghiberti. Sono le 17.30 di un lunedì di inizio primavera, il cielo è grigio. E neutro. E in questo non c’è nulla di casuale. Semplicemente perché, come ama ricordare Toninho Cerezo, «il cuore di Dio è giallorosso», e in un giorno del genere non c’è spazio per altri fastidiosi abbinamenti cromatici. È una giornata da romanisti. E appena si varca il numero civico 33, entrando nella sede, esplode il sole. Appena dentro, braccia conserte e posa divina, la foto di Falcao dà il ben venuto come solo lui sa fare: testa alta, pallone fra i piedi e sguardo fiero. Alle pareti - rigorosamente giallorosse del club c’è tutta, ma proprio tutta, la storia giallorossa: il primo scudetto, Agostino (anche suo figlio Luca c’era), , e anche Ranieri, versione giocatore, nella stagione ’73-‘74. Intanto, a firmare autografi, ci sono due protagonisti della Roma che sta tentando l’impresa 2010: Juan e Riise. Tanti sorrisi e manica corta come di consueto per il norvegese. Portamento compassato e tanta gentilezza per il brasiliano. Poi, a sorpresa, arriva anche Claudio Ranieri. Per lui accoglienza speciale e cori di bentornato. Passa solo un quarto d’ora e arriva anche il presidente Rosella Sensi, accompagnata dal marito, sotto lo sguardo attentissimo di Tempestilli e del consigliere della Roma Michele Baldi. E’ la stessa Sensi a spiegare subito il senso della sua presenza. Il peso della memoria che lega la sua famiglia a Testaccio parte da "nonno Silvio"e da quello che significa ancora questo quartiere per Roma e per la Roma. Poche parole, molti sorrisi, la gioa e l’onore di esserci. Poi la parola passa a Luca Petrucci, presidente dell’Ater e tifoso romanista: «Era un dovere rimediare alla situazione di disagio in cui si trovava il club, bisognava salvaguardare la cultura popolare del quartiere, e oggi sono molto soddisfatto». Terminata la presentazione, tutta Testaccio si rimette in coda per un incontro ravvicinato con la delegazione romanista. Dopo trenta minuti Rosella Sensi, ricevuto due mazzi di fiori giallorossi, lascia tra gli applausi il club. Poco dopo sfilano anche Juan e un acclamatissimo Riise. Alle 19 è la volta di Ranieri, lui ha parcheggiato proprio di fronte l’entrata, praticamente sotto casa sua. L’onda giallorossa si apre, lo lascia passare e gli dà appuntamento tra un paio di mesi, in una sera di maggio. Sempre lì, per un’altra giornata da romanisti