Occasione perduta

07/03/2010 11:50

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Paradossalmente è stato il Milan, più della Roma, a faticare all’inizio. Per poco meno di un quarto d’ora i giallorossi hanno infatti governato la partita e, in questo ridotto spicchio di tempo , con un a fil di palo, firmava l’unica vera palla gol del primo tempo (3’). Difesa troppo bassa e frattura evidente tra il terzetto di attaccanti ed il resto della squadra caratterizzavano la fase di sofferenza rossonera. Ma nonostante una copertura totale del campo in fase di ripiegamento anche con 9 uomini, alla lunga sono emerse le migliori qualità di palleggio del Milan, seppure l’assenza di Pato, sorprendentemente sostituito da Huntelaar, abbia ovviamente negato alla manovra ospite le accelerazioni improvvise che spesso e volentieri in passato avevano contribuito a scardinare anche le retroguardie più riottose.
 
Attraverso il suo calcio compassato la formazione di Leonardo ha preso in pugno la partita costringendo così la Roma ad una gara eminentemente difensiva in cui, con il trascorrere dei minuti, si sono affievolite molte delle certezze di partenza. Il segnale che il vento della serata fosse cambiato lo forniva il sinistro (a lato) con cui Borriello alla mezz’ora chiudeva un’azione diRonaldinho. Al crescendo rossiniano dei milanisti Ranieri provava ad opporre stabilmente un assetto tattico corretto rispetto a quello di partenza (il 4-4-1-1) ma la musica non cambiava.
 
Fortuna (della Roma) che nonostante la sua dittatura sull’incontro si fosse fatta addirittura imbarazzante, nella sostanza il Milan si limitava a vellicare la retroguardia giallorossa, incapace di affondare il colpo, troppo impegnato a trastullarsi con i suoi tocchetti continui, quasi che fosse scritto da qualche parte che in gol ci si dovesse arrivare con il pallone tra i piedi.
 
Ad un certo punto, in avvio di ripresa, Borriello trovava addirittura il modo di sprecare un pallone d’oro, evitando accuratamente di passarlo ad Huntelaar, smarcatosi in solitudine in mezzo all’area, per spararlo addosso al .
 
Vista ormai l’insostenibilità della situazione, ad un certo punto Ranieri azzardava la carta Toni, nella speranza che l’ex Bayern potesse dare un po’ di ossigeno alla squadra nonostante una condizione ancora sommaria ma la mossa era semplicemente un palliativo perché il Milan, allargandosi a macchia d’olio sulla partita, si mangiava un altro paio di reti nel finale.