26/03/2010 09:39
«No, non credo che giocherò», sorrisone, cenno di sì con la testa e sguardo sornione verso Ranieri. «Sarà una partita importante continua il capitano ci sarà tutta Roma a guardarci. Anzi, quasi tutta». «Francesco, sono un tecnico..», dice uno studente in camice bianco. «Che sei un portantino? Anche il mister è un tecnico», la battuta sempre pronta. «Credo di aver già dato abbastanza con i medici. Basta, non se ne può più. Per fortuna al Gemelli ci sono stato solo di "striscio"». Rosella Sensi, in prima fila, ascolta e ride. Altra domanda. «Premetto sono interista», fischi da tutta l'aula. Ranieri fa il mediatore: «Siamo sportivi, su». Altri scampoli del Totti-show: «Dal punto di vista personale non mi manca nulla, forse allargare ancora di più la mia famiglia. Dal punto di vista professionale sono sicuro che mi prenderò qualche altra cosa di importante prima di smettere. Sarei potuto andare via da Roma, ma la mia più grande vittoria è giocare con questa maglia». Fine della lezione. Niente bacio accademico, bastano le ovazioni.
Rosella Sensi, uscendo, ammette «sono scaramantica. Lo scudetto? Magari». Totti non dice altro, firma qualche autografo e si dirige a Trigoria, dove il gruppo si era allenato in mattinata, per una seduta individuale. La combinazione più quotata del toto-Inter abbinato al capitano è convocazione e panchina. Ranieri, invece, è tentato dall'idea tridente. Se sarà ancora Toni-Vucinic-Menez, Perrotta potrebbe essere preferito a Taddei. Altrimenti, in caso di una Roma più abbottonata, il sacrificio spetterà al francese. In difesa tappeto rosso per il rientro di Juan al fianco di Burdisso. Che ci crede: «Abbiamo tutto per battere l'Inter - dice l'ex nerazzurro - come loro hanno tutto per farci male. La nostra rimonta non mi sorprende, anche Mourinho ha sempre messo la Roma tra le avversarie per lo scudetto». Non si sbagliava.