La Roma sogna con il nuovo Vierchowod

02/04/2010 09:22

Complimenti Questa è la premessa per spiegare un paragone più suggestivo che tecnico: Nicolas Burdisso con Pietro Vierchowod. È, innanzitutto, un complimento all’argentino. Lo zar (figlio di un ufficiale ucraino dell’Armata Rossa) è stato uno stopper micidiale: veloce, rude, perfetto negli anticipi, longevo. Ha giocato in A fino a 41 anni. A 24 conquistò il primo trofeo della carriera, lo scudetto con la Roma. Con cui rimase quell’unica stagione, in prestito dalla Sampdoria. Gli storici romanisti sono concordi nel ritenere che non fu un caso se la Roma bellissima di Liedholm riuscì a imporsi sulla solo con la praticità e la velocità dello zar.

Volontà e denari L’anello di congiunzione tra Vierchowod e Burdisso sta nel ruolo e nella situazione contrattuale: entrambi in prestito, e pure l’argentino probabilmente verrà richiamato al termine della sua prima e unica stagione romanista, se non altro perché Moratti ha capito che a essere buoni si passa per fessi. La suggestione sta in un altro possibile elemento comune, il finale: scudetto allora, scudetto oggi? Possibile, anche e soprattutto con il contributo di Burdisso: arrivato in tackle scivolato (a poche ore dalla prima di campionato), in breve ha tolto il posto a Mexes, trovato un feeling straordinario con Juan, acquisiti i gradi del leader (è uno dei titolati a parlare in campo e nello spogliatoio). Sabato ha avuto un turbolento intervallo con uomini dell’Inter, tale da fargli dire: «A Milano non torno più, voglio restare qui». Moratti e Branca la pensano diversamente, e pure il suo agente, il navigato Fernando Hidalgo, ieri ha precisato: «Nicolas sta bene a Roma, ma le due società devono trovare un accordo. E la Roma a gennaio non ci ha proposto un ottimo contratto». Ribussa a denari.