14/04/2010 10:21
Qualcunaltro era alla Roma solo per fare numero. E poi chi non partecipava alla causa giallorossa e chi il campo non lo aveva mai, ma proprio mai visto. Eppure a leggere lelenco dei sette salta subito allocchio come si tratti di sette protagonisti della rincorsa dei sogni: il presidente, il tecnico, il portiere titolare, i due centrali e un esterno di difesa, un centravanti campione del Mondo. Ma di quale riscatto avranno mai avuto bisogno? Nessuno in particolare, ma il loro grado di soddisfazione per essere arrivati a giocarsi un derby che può valere quella cosa lì, dopo aver attraversato ciò che ognuno di loro ha attraversato, devessere senza dubbio maggiore del comune. Vediamo perché.
ROSELLA SENSI
Partiamo dal presidente. Allinizio di questa stagione ha toccato il punto più basso in termini di popolarità. Non cera un tifoso che fosse uno che gradiva le scelte societarie, su qualsiasi campo. Investimenti sbagliati, scarsa comunicazione, incompetenza, poca chiarezza: di tutto questo era accusata Rosella Sensi. E il suo staff chiaramente aveva le proprie responsabilità agli occhi dei tifosi. Oggi è tutta unaltra storia. Ranieri prima e Montali poi, sono scelte sue. Il presidente ha saputo tenere duro nel momento più difficile e, grazie anche allaiuto dei fidati Conti e Pradè ha riportato
Ranieri
Roma lo ha accolto a braccia aperte e lui si è fatto rimpiangere dalla Juve. E la sua rivincita, di Claudio Ranieri, la migliore che chiunque possa mai sognarsi di vivere. Contro chi?
Julio Sergio
Da « miglior terzo portiere del mondo» , come lo aveva definito Spalletti, a titolare inamovibile e spesso decisivo. « Più forte o più fortunato?» si cominciarono a chiedere i tifosi della Roma dopo le prime incredibili prestazioni. Julio Sergio è forte, su questo non cè dubbio. E qui già ci sarebbe da chiedersi come
Juan
E stato uno dei principali artefici della rimonta con la cura Ranieri. La convinzione che
Cassetti
E tornato il re della fascia destra E non solo grazie al gol nel derby. Prima di lui venivano Motta e Cicinho. Ranieri però, dopo averli provati, ha prima lasciato partire il brasiliano e poi definitivamente accantonato Motta. Marco Cassetti si è ripreso il suo posto di esterno destro della difesa a quattro e non lo ha più lasciato. Perché? E quello che più di tutti garantisce le caratteristiche che il tecnico chiede: capacità di accompagnare lazione, andare sul fondo e partecipare un attimo dopo alla chiusura difensiva. Senso della posizione, buona fisicità e intraprendenza. E due gol: uno è valso il derby dandata, laltro - quello di domenica scorsa - il primato. E allora alcuni errori (tipo quello con
Burdisso
Mourinho lo considerava il sesto difensore centrale. Ora è un leader. Samuel, Lucio, Cordoba, Materazzi e, se serve, Chivu. E la lista dei difensori centrali che allInter venivano prima di lui. Mourinho ha lasciato andare Nicolas Burdisso così, come fosse uno qualunque. Lui non ha battutto ciglio, è arrivato in giallorosso a poche ora dalla prima di campionato e ha cominciato a lavorare. Risultato: titolare al posto dello spento Mexes, attaccamento alla maglia fin dal primo giorno, dedizione alla causa, contributo altissimo in termini di grinta e abitudine a giocare gare di alto livello. Insieme a Juan ha chiuso i varchi difensivi a doppia mandata e
Toni
Sta vincendo la sua scommessa allinseguimento del sogno Mondiale. Louis Van Gaal, al Bayern Monaco, non lo faceva giocare. Di più: non lo vedeva proprio. E allora ecco che loperazione Toni ha cominciato a prendere corpo dalle parti di Trigoria. Lui, Luca, aveva e ha tanta voglia di dimostrare che è ancora un giocatore sul quale si può puntare. Sei mesi fatti bene alla Roma e il sogno del Mondiale di Sudafrica: questo era il progetto. E a parte linfortunio che lo ha bloccato per oltre un mese il piano sta procedendo. Undici presenze e cinque gol finora. La capacità naturale inoltre, di fare reparto da solo. E i tifosi della Roma già sognano di vedere al più presto, magari già nel derby, la mano che ruota intorno allorecchio...