L'armata Roma in marcia tra rabbia e sogni

28/04/2010 11:12

Un sol microfono Intendiamoci, l’armata è animata da sane virtù e cavallereschi principi e i suoi leader sono dotati di una eloquenza non comune, che da ieri va in onda a reti unificate. L’impresa è tanto nobile che le micidiali forze radiofoniche della capitale hanno messo da parte (temporaneamente) le antiche divisioni e si sono unite in un sol microfono: «Armiamoci e partite!», hanno gridato ieri al popolo ascoltante. Che col passare delle ore ingrossa le sue fila, strappando in privato adesioni anche nell’esercito regolare (la Roma).

In agenda Tutti a via Allegri! Ma solo dopo aver scovato e punito i colpevoli del misfatto. Riise? Juan? Taddei? Al limite Pazzini? Mano, i nemici del popolo, i Damato, gli Abete, i Moratti, saranno presi e crocifissi in sala mensa. Dunque, l’avvicinamento procede spedito e in grande stile, lo stile romanista. Per chi si fosse perso le tappe precedenti, riassumendo: lunedì l’armata si è leccata le ferite e passata la tristezza ha gridato allo scandalo. Ieri ha pianificato la crociata e ha continuato a gridare allo scandalo. Oggi si metterà sul trespolo a gufare l’Inter, la squadra del demonio, e al fischio finale ricomincerà a gridare allo scandalo. Domani farà le prove generali, le radio registreranno le adesioni, saremo un milione! Prima di andare a letto si griderà allo scandalo. Venerdì sarà il gran giorno, finalmente. L’armata vincerà, la partita verrà rigiocata, altrimenti si continuerà a gridare allo scandalo.

Fratelli e cugini Nel weekend si tornerà seriamente a occuparsi di campo. Seriamente e in fila longobarda sabato, festa del lavoratori, 2.500 rinunceranno al riposo per seguire la squadra a Parma, «perché il campionato non è ancora finito». E se pure dal Tardini l’armata tornerà vincitrice, la domenica tutti a sostenere i fratelli bergamaschi dell’Atalanta e, all’ora di cena, i cuginetti poveri della Lazio, i pochi fedelissimi che sfideranno l’esercito interista rinforzato dai collaborazionisti laziali. Al grido di « Branca, Branca, Branca. Leon, Leon, Leon. Semo tifosi della Roma... ».