Mister tre punti

07/04/2010 08:29

Era il campionato 1980-81, ventidue risultati utili consecutivi. Una serie che si dovette interrompere con la fine di quel campionato, ma che continuò per altre otto giornate di quello seguente. Trenta partite in tutto senza mai perdere, quindici vittorie e quindici pari. Fu una sorta di prova generale per lo scudetto che arrivò nella stagione 1982-1983, quella dopo il Mondiale di Spagna. Nel ’80-’81, la Roma totalizzò dieci vittorie e dodici pareggi. Trentadue punti, il campionato si giocava con sedici squadre e le vittorie valevano due e non tre punti. Amenta, Turone, Falcao, Spinosi, De Nadai, Di Bartolomei, Pruzzo, Santarini, Conti, e Tancredi erano più i vari Faccini e Scarnecchia. Era l’anno di -Roma, il 10-maggio 1981, quella del gol di Turone. Un campionato deciso dall’arbitro Paolo Bergamo, oggi tornato alla ribalta per le intercettazioni telefoniche con Moratti, presidente dell’Inter, che si sta giocando lo scudetto insieme con Roma e Milan. Quella serie di ventidue gare senza sconfitte fu aperta da una tripletta di Pruzzo contro l’Udinese e chiusa con una gol di Falcao ad Avellino, la stagione finì col secondo posto e con la vittoria della quarta coppa Italia.

Dieci vittorie in tutto, dicevamo. Meno di Ranieri, che è a quota sedici e può ancora andare avanti. L’attuale allenatore della Roma non ha raggiunto Capello nella serie di risultati utili, ma ha già vinto più di lui: il tecnico dello scudetto del 2001 si è fermato a quindici vittorie, nove i pareggi. Proprio quei pareggi gli sono costati il secondo titolo consecutivo, a fine stagione la bacheca diceva solo Supercoppa italiana (vinta contro la ). Il pari di Lecce, di Brescia, di UdinePerugia furono determinanti, pesanti. Ranieri pure ha qualche pareggio inatesso: il 3-3 a Livorno, il 2-2 di . L’Inter poteva essere già sorpassata, invece è ancora lì, davanti di un punto. Come detto, né Liedholm né Capello hanno vinto lo scudetto l’anno della serie lunga, Ranieri proverà a superarli e magari festeggiare qualcos’altro e non solo un record. Antonioli, Aldair, Samuel, Zago, Cafu, Assuncao, , Candela, Montella,, Batistuta, Pelizzoli, Cejas, Zebina, Panucci, Siviglia,Tommasi, Fuser, Guigou, Lima, Delvecchio, Cassano e Balbo. Questi gli uomini di Capello. Quella non era una Roma che stava diventando grande, perché grande già lo era: molti di loro lo scudetto lo avevano vinto l’anno prima. S’era parlato di analogie tra quella e questa squadra. Capello, come Ranieri, aveva un arcigno difensore argentino (Samuel) e un centravanti passato per Firenze (Batistuta), Ranieri ha Burdisso e Toni. Corsi e ricorsi. Incomune la facilità di non perdere. E se non perdi mai o quasi, è facile che qualche vittoria arrivi.