19/04/2010 11:20
Oltre alla firma dellallenatore che - con la sesta vittoria consecutiva - eguaglia Capello ottenendo il ventiquattresimo risultato utile, e al doppio timbro dellattaccante montenegrino, anche Julio Sergio lascia il segno in questa sfida infinita, parando ad inizio ripresa un rigore a Floccari, per il possibile due a zero. Lintervento del portiere scatena i giallorossi che,a quel punto, ribaltano la situazione e tornano davanti a Mourinho e compagnia. La Lazio, dunque, perde la partita che era lultima ragione di stagione e, per i risultati delle rivali nella corsa salvezza, la vittoria dellAtalanta e il pareggio del Bologna, non è più completamente al sicuro. E pensare che la gara si era messa benissimo per i biancocelesti, con Reja che poteva sfruttare la sua impostazione guardinga, senza lasciare spifferi ai rivali, sulla carta molto offensivi, per la presenza del tridente pesante, ma in campo, nel primo tempo, molto meno. Il 3-5-2 è lideale contro la Roma di partenza: Ranieri comincia con il 4-4-1-1, ma Vucinic non aiuta a sinistra e resta spesso alto. Lichsteiner può affondare a destra, Ledesma fa girare il pallone, Brocchi cè con la corsa e in assoluto con la presenza. In uno scontro con Toni che lo colpisce al naso, frattura del setto, Stendardo deve uscire subito, al settimo.
Entra Biava, e Dias, concentrato e puntuale, diventa il centrale. Ledesma lancia verso Rocchi, Cassetti non sale e il capitano biancoceleste, passando dietro a Burdisso ormai tagliato fuori, sigla la rete del vantaggio al quattordicesimo, destro preciso sulluscita di Julio Sergio, confermandosi uomo derby, con il quinto gol ai giallorossi. Proprio il suo lavoro e quello di Floccari, limita la manovra della Roma, paralizzata dalla pressione già prima di andare sotto e senza idee subito dopo.
Ranieri interviene per la prima volta, piazzando De Rossi davanti alla difesa e spostando sul centro sinistra Pizarro. Vucinic è adesso la terza punta, per il 4-3-3. Ma la Lazio non sbanda, anzi. Si difende con ordine e prova a ripartire. Del resto i giallorossi si affidano ai lancioni per Totti e per Toni, osservati speciali di Lippi che sta in tribuna. Dias basta per entrambi. Il capitano prova ad arretrare, ma galleggia a fatica. Anche il suo partner finisce stritolato nella morsa biancoceleste. La Roma chiude la prima parte senza mai tirare in porta. Ranieri, tra i due tempi, prende la decisione più impopolare e al tempo stesso la più logica. Sbagliata la formazione iniziale, la corregge togliendo i due calciatori più rappresentativi: ecco Taddei per De Rossi e Menez per Totti, per il 4-2-3-1, con il francese trequartista dietro Toni e Perrotta, capitano, accanto a Pizarro in mediana.
Ma la Lazio, approfittando dei rivali che ancora stanno sistemandosi in campo, prova a piazzare il colpo del kappaò. Kolarov parte a sinistra, lascia sul posto Taddei e salta in area Cassetti che lo stende. Tagliavento assegna il rigore, Floccari lo calcia centrale e Julio Sergio respinge con le gambe al terzo. Da cinque anni, Doni contro Ibrahimovic, un portiere romanista non ne parava uno. Il brasiliano, esultando, carica i compagni che ritrovano morale ed entrano finalmente in partita. Menez ha la velocità per far saltare il dispositivo di Reja, Toni ha meno avversari addosso e amministra il pallone. Per il pari, però, ci vuole un rigore. Kolarov abbocca alla finta di Taddei e lo mette giù. Vucinic colpisce forte di piatto destro per l1 a 1 allottavo.
La Roma si esalta, Menez punta sullo sprint, Radu lo falcia quasi al limite dellarea. Ancora Vucinic, stavolta su punizione, per il tredicesimo gol in campionato: destro forte, in mezzo alla barriera e 2 a 1 al diciottesimo. Reja ci prova con Zarate per Lichtsteiner che si arrabbia, e passa al 4-3-3. Largentino è vivace, la Roma sbanda a sinistra. Ranieri modifica ancora lassetto: 4-4-2, con Menez a sinistra a raddoppiare proprio su Zarate. Dentro pure Cruz per Floccari e a seguire, come risposta, Brighi per Vucinic e ritorno per i giallorossi al 4-4-1-1, con Menez dietro Toni. Ma ormai cè solo il tempo per il rosso a Ledesma che applaude larbitro. Poi festa e rabbia da derby.