Roma non far la stupida stasera Ecco un derby da mal di testa

18/04/2010 11:37

Sullo sfondo la paura per un ambiente solo all’apparenza tranquillo, con la tardiva decisione di anticipare di oltre due ore l’inizio del match per garantire l’afflusso allo stadio alla luce del sole. Il prologo sabato scorso a Formello quando, a margine del derby Primavera, ultras di Roma e Lazio vennero a contatto sul piazzale antistante il campo del centro tecnico biancoceleste, con la promessa di rivedersi all’Olimpico otto giorni dopo. Poi insulti e minacce su , con blocco dei biglietti a vendita mista in Tribuna Tevere, già all’andata teatro di scontri e festival di petardi, appelli istituzionali (l’ultimo ieri del sindaco Alemanno: «Vorrei un derby appassionato, bellissimo ma senza violenza»). Così il piano di sicurezza che renderà «blindato» l’evento da tutto esaurito (oltre 65mila spettatori): mille agenti, Olimpico aperto con largo anticipo, unità cinofile e addirittura due elicotteri a vegliare dall’alto per scoraggiare i malintenzionati.



La posta in palio, con il passare delle settimane, è salita sempre più. La Lazio ha la possibilità di chiudere il discorso salvezza, cogliendo finalmente un risultato di prestigio in una stagione travagliata. A Formello non hanno dimenticato il pollice verso di all’andata, a simboleggiare ironicamente la retrocessione dei cugini, e preparano la vendetta calcistica che può fermare la Roma di Ranieri a un passo dal record di 24 risultati utili di Capello stagione post scudetto. «Sgambetto scudetto? Sarebbe bello...», confessa Reja, mai vittorioso in sette precedenti con i giallorossi, che stuzzica Ranieri: «Fa pretattica sulla formazione? Mi auguro che schieri le tre punte, Toni è un attaccante di livello internazionale, Vucinic ha grandissime qualità e non penso che possa stare fuori in un derby». Il capitano giallorosso, alla 28ª stracittadina della carriera, cercherà di interrompere il suo digiuno di gol che dura dal 23 ottobre 2005 e dal festeggiamento con il pallone sotto la maglia per l’imminente parto della moglie Ilary.

La Roma, come detto, vuole il successo per rimettere alle corde l’Inter, nei prossimi dieci giorni (cenere del vulcano islandese permettendo) impegnato a «matare» il . E si affida a scaramanzie varie: dalla presidentessa Rosella Sensi che diserterà il suo posto in tribuna d’Onore come all’andata a che ha tenuto la barba incolta, quasi un voto per vincere il derby, il massimo per un romano di fede giallorossa. Ma la vittoria in casa della Lazio manca dal 26 febbraio 2006, la sera delle 11 vittorie consecutive, uno degli apici dell’era Spalletti, e questo dato a Trigoria se lo ricordano in tanti.

«È una gara importante che ci può avvicinare al "non succede, ma se succede..." (il tormentone di moda dell’ambiente romanista, ndr), ma noi dobbiamo essere senza sentimenti, ce la giochiamo e basta», avverte Ranieri. Perchè le emozioni possono giocare un brutto scherzo, specie nel derby che non risponde a nessun pronostico.