Rudi, mezzo secolo da protagonista

13/04/2010 09:56

Rudi, che effetto fanno i 50 anni? «È una tappa importante della vita. Sono uno della generazione 1960: io, Brehme, Littbarski e Diego Armando Maradona. Una bella annata».

Il bilancio dei suoi 50 anni? «Ho avuto la fortuna di trovare a Roma la donna della mia vita. L’ho portata via ai romani. Per Sabrina non è stato facile adattarsi alla vita di Leverkusen e la capisco: Roma è la à più bella del mondo. Dal punto di vista professionale, mi è andata bene: campione del mondo con la Germania da giocatore, vicecampione del mondo alla guida della Nazionale, le soddisfazioni da dirigente in una società come il Bayer Leverkusen».

Più difficile giocare, allenare o dirigere? « Ai calciatori dico sempre: "smettete il più tardi possibile". Fare il calciatore è il lavoro più bello del mondo. Sei giovane, sei spensierato, non hai responsabilità. Devi solo comportati da professionista serio. Allenare non era mai stato il mio desiderio, ma ad un certo punto mi sono trovato a guidare contemporaneamente nazionale tedesca e Bayer Leverkusen. Mi piace organizzare e lavorare dietro le quinte».

I 50 anni di Voeller coincidono con il primato della Roma. «Sono contentissimo. Seguo sempre con attenzione le vicende della Roma, è una squadra che mi è rimasta nel cuore. Sono contento per Rosella Sensi che ha vissuto giorni difficili, per la squadra e per i tifosi. A questo punto, è la Romala favorita per il titolo».

potrebbe essere il primo romanista a vincere due scudetti. «Francesco resta uno dei grandi del calcio mondiale. Se la salute lo assisterà, giocherà ad alti livelli molti anni ancora».

cominciò ad allenarsi 16 anni con la prima squadra. Vi siete mai incrociati in campo? «No, ma mi ha raccontato che faceva il raccattapalle e un paio di volte festeggiò sotto la i miei gol».

Il più grande giocatore con cui Voeller ha giocato? «Maradona è stato l’avversario più grande. Ci siamo sfidati in due finali mondiali e in tanti ».

 Il più grande di oggi? «. Quando gioca, preghi che non si faccia mai male».

Fra due mesi c’è il mondiale. «Spagna e Brasile sono le favorite. Poi le solite: Italia, Inghilterra, Germania e Argentina».

La Germania potrebbe togliere all’Italia un posto in . «Il nostro calcio è tornato competitivo perché abbiamo investito anche nelle strutture. Abbiamo stadi bellissimi, la gente si diverte. In Italia, invece, per troppo tempo si è investito solo nelle gambe dei calciatori».