Tornare primi! La mia tabella dice 9 punti

29/04/2010 12:04

Alla tabella personale, dicevo, che ho attaccato allo specchio del bagno affinchè la rasatura mattutina sia felice, mancano ancora 9 punti, ma è come se già ci fossero. Anzi ci sono.Ci credo sempre. E non perché devo. Ma perché so. So che cosa è il calcio, e so che cosa è la vita.



E so bene che cosa è la Roma. E dunque posso tranquillamente dirvi che cosa è per me. E’ una cosa mia. Ma proprio mia mia. Ce l’ho dentro. La sento. La sento sempre e sempre l’ho sentita. Almeno fin da quando ho l’età della ragione giallorossa, che mi è giunta prima del compimento del sedicesimo anno d’età.

Non mi sono mai abbattuto. Neanche quando Enzo, solo in area, svirgolava il pallone davanti a portieri avversari già rassegnati. Neanche quando il marketing mi cambiava ogni anno le maglie e il colletto svolazzante tatuato a fuoco nel mio cuore e nella mia mente. O qualche genio della comunicazione inventava colori improbabili, sponsor invasivi, divise per l’ospitalità di nessun senso. E ho sempre amato e rispettato chi si è assunto la responsabilità di guidarla in campo e fuori.

Ho sempre guardato gli altri tifosi della "mia" Roma con sospetto, e occhi stretti a fessura. Come per guardarli dentro. Come un padre si gira e rigira nella retina l’immagine del futuro genero sedutogli davanti, nella prima cena ufficiale in casa. Per poi dare un’occhiata alla figlia e farsi scappare un sospiro forte e una domanda un po’ a presa in giro. Così, tanto per vedere se quello che gli sta portando via l’anima da casa sia almeno un tizio spiritoso e autoironico. Questo per dirvi che sto guardandovi negli occhi uno per uno e vi sto leggendo nel cuore.

E se Ranieri dice che vuole gente che ci crede al 110%, e che chi non la sente così è meglio che se

ne resti a dormire a Trigoria che là fuori ora servono gambe e polmoni d’acciaio, figuratevi io.

Figuratevi che cosa posso dirvi io se vi becco incerti. Se vi trovo titubanti. Se vi sento riflessivi e oggettivi appoggiati al bancone del bar attendendo un caffè mentre sussurrate che per voi "il sogno è semifinito".

Sapete quelle chiacchiere da commentatore con voce impostata alla Gassman che potreste fare, convinti che quel tizio accanto col pancione e l’orecchie in agguato sia un pensionato qualunque e non il vicedirettore de Il Romanista avvelenato come una nube tossica?

Bene non vi fate stringere e soffocare nelle spire di me pitone mentre la tazzina vi cade dalle labbra e le ginocchia vi si piegano lentamente. Tirate fuori la strafottenza romana. L’arroganza dei certi. La fronte alta dei giusti. E se questo tono vi sembra un po’ ventennio siete fuori pista. E’ il tono romanista. Avete scelto la Roma. E la Roma vi ha accettato. Ora meritatevela! Sappiate esserne all’altezza. C’è da essere a Parma, poi c’è da liquidare i finalisti e mettersi una stella sul petto. E infine sardi a casa e Verona. E’ così difficile capire che la vita può darci ancora tutto  questo?