27/05/2010 11:23
aveva difeso il romanista al mondiale tedesco dopo la squalifica per la gomitata allo statunitense Mc Bride.
Ieri è arrivata la terza puntata della telenovela. Nel corso della conferenza in azzurro che ha fatto tanto discutere, Daniele ha puntualizzato: «Sì, Materazzi mi aveva difeso, ce lo ricordiamo tutti, ma poi le persone cambiano e cambiano le cose. Quel mondiale ha cambiato tutti, chi in meglio, chi in peggio. Io se una cosa la devo dire la dico, anche su mio padre o mia madre, figuriamoci se non la dico su di lui. Poi basta, non sono il
tipo che si diverte con questo ping pong». Questione chiusa? Per lui sì, bisognerà vedere se linterista avrà
intenzione di tornare ancora sullargomento. De Rossi non lo farà, perché, lui, ha altro a cui pensare.
Cè un mondiale alle porte da preparare al meglio, per superare le perplessità di gran parte degli italiani
sulle potenzialità di questa Nazionale: «Lippi è lo stesso del 2006 - ha detto-. Aveva una grande carica prima
di partire per la Germania e ha una grande carica adesso. Come persona mi sembra abbastanza simile. Lo
scetticismo di oggi non è paragonabile a quello che cera nel 2006. Allora cera pessimismo e un distacco totale per quello che era successo un mese prima. È difficile paragonare quella squadra a questa. Quella aveva
fatto cose strepitose. Ripetersi sarà difficilissimo, ma non impossibile». Di certo lui ci tiene a fare meglio di 4 anni fa. Per lasciare unimmagine migliore a livello mondiale. Perché per i romanisti Daniele è quello di «E mo buttace i guanti» rivolto a Barthez dopo il rigore nella finale di Berlino. Ma fuori dallItalia magari se lo ricordano poco. «Il titolo del 2006 lo sento mio - ribadisce lui -, però io voglio sempre essere protagonista e in Germania
non lo sono stato. Sicuramente il rigore e quellultima ora in finale mi hanno fatto sentire più vicina quella
coppa, ma non è stata la stessa cosa come quando gioco 40 partite con la Roma e vinco».