19/05/2010 13:44
Juan, cosa le ha lasciato il campionato appena concluso?
«Sensazioni contrapposte. Amarezza e orgoglio. Un dispiacere enorme di non essere riuscito a vincere, anche se abbiamo fatto tutto il possibile. E andata così. Certo conquistare 80 punti e non vincere è dura. Ma cè anche la consapevolezza di aver dimostrato il nostro valore, insidiando una squadra più forte di noi».
E lo stesso sentimento che ha provato due anni fa, quando allo stesso modo sfioraste lo scudetto allultima giornata?
«No, sono state due situazioni diverse. Due anni fa ci abbiamo creduto solo alla fine. Ci eravamo avvicinati allInter alla penultima giornata, questanno ci abbiamo creduto per un paio di mesi, siamo stati in testa per due settimane».
Cosa è mancato per vincere?
«Un po di fortuna, ma abbiamo perso contro una grande squadra, bisogna dirlo. LInter come organico è una delle più forti in Europa. Abbiamo sbagliato qualche partita, ma forse qualcunaltra lab- biamo vinta senza meritare. Comunque è andata, il prossimo anno dovremo fare meglio».
La Roma può migliorarsi per superare lInter?
«Questa squadra può diventare ancora più forte, il prossimo anno dobbiamo ripartire da quello che abbiamo fatto fino a domenica, mantenere questo livello, cominciare meglio la stagione rispetto a questanno, con più fiducia e più voglia. Non è facile, ma dobbiamo crescere ancora. Una cosa è sicura: lInter dovrà vedersela ancora con la Roma, noi ci proveremo fino alla fine, dando il massimo».
Il limite della Roma potrebbe essere quello di avere diversi giocatori sopra i trentanni?
« Non penso che sia una squadra vecchia, siamo equilibrati tra giocatori esperti e giovani. Cè qualcuno sopra i trentanni. Tutti insieme abbiamo voglia di vincere uno scudetto, tutti insieme vogliamo farcela al terzo tentativo».
E stata la stagione più importante da quando è alla Roma?
«Sì, è così. Ho risolto i miei problemi fisici e ho giocato di più, con più continuità di rendimento. Ho ritrovato fiducia. Da novembre ho saltato solo una partita per squalifica e un paio quando il tecnico mi ha fatto riposare. E stata la risposta a chi diceva che pensavo alla Nazionale. Ho giocato fino alla fine senza risparmiarmi, senza tirarmi indietro, cercando di dare il massimo per la Roma. Ho sentito tante falsità, in molti hanno dovuto ricredersi. Non lo dico per fare il fenomeno, ma perché amo la mia professione, gioco al calcio con passione, non vorrei fermarmi mai. Perché questo è il mio modo di intendere il calcio».
Con quali rinforzi potrebbe migliorare la Roma?
La squadra è forte, se si può migliorare con qualche nuovo acquisto è un fatto positivo. Qualsiasi rinforzo arrivi per dare una mano è il benvenuto. Credo che tutti, dalla società, al tecnico, a noi giocatori, lavoreranno per costruire una Roma più forte».
Francesco Totti negli ultimi tempi è stato spesso al centro di polemiche. Dopo il calcio a Balotelli, gli hanno dato anche del razzista.
«Francesco è uno dei giocatori più importanti in circolazione in Italia e in Europa. E normale che sia sempre sotto i riflettori e che abbia molti avversari. Dal punto di vista umano non si può dire nulla di negativo nei suoi confronti. Sono state dette tante bugìe sul suo conto. Contro lInter ha sbagliato, ma quel gesto è stato strumentalizzato. Totti non lo merita per quello che fa per i bambini, condannarlo come razzista è assurdo. Con Francesco ci troviamo spesso con i nostri bambini, il mio e il suo, giocano insieme. Lui al mio è affezionatissimo. Tutto si può dire tranne che sia razzista».
Lippi non lo ha inserito nella lista dei convocati per il Mondiale. Che ne pensa?
«Io credo che sia stata soprattutto una scelta sua, più che di Lippi. E stato Francesco alla fine che non se lè sentita. Una decisione da rispettare, come quella di Nesta. Sono contento di non ritrovarmelo di fronte come avversario al Mondiale, con lui per noi sarebbe stato peggio. E sono contento anche per la Roma, perchè Francesco sarà più fresco e risposato allinizio della nuova stagione».
Quali sono le prospettive del Brasile che già si è radunato per il Mondiale?
« Il Brasile in qualsiasi competizione parte per essere protagonista. Sono tante le squadre che vogliono vincere. Mi sembra uno dei Mondiali più equilibrati degli ultimi venti anni, non cè una formazione da battere. Noi vogliamo fare un grande Mondiale, dimenticare la delusione del 2006. Questo è un gruppo che ha sofferto, che ha subìto tanti attacchi negli ultimi anni. La squadra è nata tra le critiche e questo ci ha fatto diventare un gruppo molto unito, tra noi, ma anche con lallenatore che ci ha dato fiducia».
Anche nel Brasile ci sono state esclusioni eccellenti: Adriano, Ronaldinho, Pato.
« Sono scelte dellallenatore. In ogni Mondiale è così. Purtroppo non si possono portare quaranta giocatori, ma credo che Dunga abbia portato i migliori».
Il primo Mondiale in Africa. Ha una valenza sociale straordinaria.
« Mi auguro che tutto vada per il meglio, che non accada nulla di grave. Ci saranno tante attenzioni, è una grande opportunità per il Paese. Così come lo sarà per il Brasile tra quattro anni, anzi, ancora di più visto che poi ci saranno anche le Olimpiadi. Miglioreranno le infrastrutture, le opere che verranno realizzate saranno utili per tutti. Cè la possibilità di far crescere il Paese e va sfruttata al meglio ».
Il suo obiettivo è chiudere la carriera con il terzo Mondiale a casa sua?
«Non me la sento di guardare così lontano. Ora pensiamo a questo. Il contratto con la Roma scade nel 2013, poi ci sarà un altro anno. Vediamo».
Leonardo ha chiuso con il Milan. Che idea si è fatto?
«Alla prima esperienza su una panchina così importante ha fatto benissimo. Ha portato la squadra in Champions League, non è stato facile. Non so cosa pensa di fare, ora circolano tante voci sul suo conto. E una bravissima persona, ha grandi capacità, lo conosco bene perché ho giocato sei mesi con lui al Flamengo».
Ranieri-Mourinho, una polemica infinita.
« Non faccio caso a queste situazioni fuori dal campo. Le polemiche non mi piacciono, vivo il calcio giocato e basta».
Con Ranieri si è trovato bene.
«Ha fatto un grande lavoro. Quando è arrivato avevamo zero punti dopo due partite, moralmente ervamo giù, sembravamo una squadra finita. Lui ha saputo risollevarla, ha fatto grandi risultati, fino a sperare nello scudetto. Mi ha dato fiducia e questo per un giocatore è molto importante. Ho cercato di dargli una mano, ripagando la sua fiducia sul campo».
Con il nuovo allenatore la Roma ha ritrovato i suoi tifosi.
«Sappiamo con quanta passione i nostri tifosi seguono la squadra. In questa stagione ci sono stati molto vicini e ci hanno aiutato nei momenti importanti. Anche questo è un valore in più dal quale ripartire la prossima stagione. Tutti noi abbiamo più fiducia, con i tifosi al nostro fianco possiamo fare un altro grande campionato».
Ci saranno cambiamenti tattici nella nuova Roma?
«Non credo. Questa è una squadra che sa adattarsi a varie situazioni. Questanno abbiamo giocato con il 4- 4- 2, con il rombo e con la difesa a tre. Possiamo migliorare i nostri difetti, continuando sulla strada intrapresa».
Qual è stato il momento più bello della stagione?
Forse il derby di ritorno. Eravamo sotto di un gol e siamo riusciti a vincere, mantenendo il primo posto. Ma ci sono state altre partite da ricordare. La vittoria dopo tanti anni a Torino, quella contro lInter. Tante rimonte negli ultimi minuti ».
Simplicio sarà il primo rinforzo.
« Lho affrontato da avversario in Italia, è un grande giocatore, conosce benissimo il campionato italiano, ha voglia di fare bene in una piazza importante come Roma. Sicuramente ci darà una mano».