L’orgoglio di De Rossi «Siamo grandi. E la Roma è tutta da confermare»

18/05/2010 11:18



«Orgoglioso» Dopo Verona, e dopo un gol straordinario con il quale ha chiuso la partita e il campionato della Roma, si sente orgoglioso del suo mondo: «Perché abbiamo vissuto una grande stagione e dobbiamo saperlo, dirlo. Se fossimo arrivati terzi in rimonta oggi si direbbe solo che abbiamo fatto bene, invece per un attimo abbiamo avuto la possibilità di vincere lo scudetto e ora qualcuno ne parla in altri termini. Ma non è così: certo, la classifica domenica ci ha fatto male, è ovvio, ma credo che a distanza di tempo ci godremo questo risultato. Io sono già orgoglioso di quello che abbiamo fatto».

E non solo, anche dei tifosi giallorossi, della sua gente: «A Verona ho pianto, ma non erano lacrime di dolore. Guardavo lo stadio, la gente, tutte quelle persone innamorate della Roma. Loro sono come me, io sono come loro. Hosentito il peso di quella responsabilità».

La polemica A distanza di un giorno tiene banco la polemica sullo striscione «dedicato» a . non ci casca, analizza e cerca di riportare il discorso su binari accettabili. L’analisi è pacata, ma le stoccate non mancano perché c’è carattere: «Gli sfottò a Roma sono di casa, sotto casa mia oggi avrei trovato tanti laziali... ma credo che noi calciatori dovremmostare più attenti, magari evitare. Chi lo ha fatto non si è smentito, ma forse ha cercato di ingraziarsi, di conquistare i tifosi invece di pensare solo a far festa. Ma, detto questo, non credo che si debba pretendere le scuse da nessuno. Io non le chiedo: non è morto nessuno. Queste cose sono lo specchio dell’Italia, di un Paese dove un politico si alza e chiede le scuse del Siena».



L’Oscar
sceglie partite e colleghi dell’anno: «Direi che le gare contro l’Inter e i due derby sono state le nostre migliori prestazioni. Magari contro la Lazio non abbiamo giocato bene, ma abbiamo vinto e nei derby è quello che conta. Compagni? Burdisso e Pizarro hanno giocato a livelli altissimi, ma la squadra tutta è andata forte. Cosa ci è mancato? Poco, due punti, un pareggio in meno ed era fatta. Quindi l’anno prossimo la prima mossa della società dovrebbe essere la conferma della rosa, di tutti, sì: anche di Toni».

Panchina L’ultima carezza, che di questi tempi vale oro, è per il tecnico, Claudio Ranieri: «È stato importantissimo, incredibile. Il suo apporto si è visto nel gioco ma anche nello spogliatoio, dove ha gestito al meglio i rapporti e i momenti più difficili. Ci ha dato qualità». Frasi che dette da chi è stato sostituito a metà di un derby valgono tanto, valgono doppio.