Niente sconti i turni di stop restano quattro

22/05/2010 15:12

L’UDIENZA - Non è stata una sorpre­sa per nessuno, neppure per la Ro­ma, il giocatore e l’avvocato che ha rappresentato le ragio­ni giallorosse, ieri, poco prima delle 14, davanti alla Corte di Giustizia Fe­derale. Ragioni che sono state so­prattutto simboliche, con la Roma to­talmente al fianco del suo capitano, soprattutto per difendere l’immagine del giocatore e, pure, chiedere lo stesso rigore nei confronti di chi, in conferenza stampa o alla fine di quella stessa partita, ha avuto com­portamenti altrettanto gravi rispetto a quello di . Ogni riferimento a Mourinho e Chivu non è casuale. Il capitano giallorosso non ha voluto ri­lasciare nessuna dichiarazione, so­prattutto per non rischiare di conti­nuare il ping pong con Balotelli che, non più tardi di qualche giorno fa, era tornato sulla vicenda ribadendo le sue accuse a , a partire da quella di razzismo. Che, poi, è la co­sa che più ha ferito il numero dieci romanista e per la quale, principal­mente, ha voluto che si facesse il ri­corso, sostenuto in tutto per tutto dalla società, a partire dal presiden­te, dottoressa Rosella Sensi, con cui il giocatore aveva avuto una prolun­gata chiacchierata telefonica prima che all’avvocato fosse dato il definitivo semaforo verde a procede­re come sapeva.  si è presentato alla Corte Fe­derale di Giustizia, cento metri di di­stanza dalla Federcalcio in via Alle­gri, quindici minuti prima del­l’udienza fissata alle 13,30. Con lui il direttore sportivo Daniele Pradè e il medico giallorosso Luca Pengue che, in precedenza, aveva accompagnato il giocatore al “ Gemelli“ per le pe­riodiche visite di idoneità. Il macchi­none di è stato fatto entrare per evitare contatti di qualsiasi tipo con telecamere e taccuini, aveva già fatto sapere che non avrebbe par­lato né prima, né dopo e così è stato. L’udienza è cominciata con una man­ciata di minuti di ritardo, causa pro­lungamento della precedente.

LA STRATEGIA - La difesa romanista è durata poco più di trenta minuti. L’avvocato ha mostrato una serie di fotografie che dimostravano i gesti di provocazione di Balotelli, il ds Pradè si è schierato al fianco del suo giocatore ricordandone la sua storia, il capitano romanista ha spie­gato come lui non sia assolutamente razzista, spiegando anche come a vent’anni, l’età di Balotelli, non si sa­rebbe permesso neppure di pensare di dire certe frasi a Roberto Baggio. La storia si è chiusa lì. Uscita, dichia­razioni vietate a tutti, la consapevo­lezza, comunque, che sperare in una riduzione di un turno di , cioè quella che era stata la richiesta, sarebbe stata impossibile da festeg­giare, come poi puntualmente si è verificato.

FUTURO - La Roma, però, si è con­vinta di aver gettato il sasso sulle prossime sentenze, quelle cioè per i deferimenti di Mourinho e Chivu, ri­feriti alla stessa partita. E ora, dopo aver ripreso atto della severità nel giudicare il fallo del suo capitano che nessuno ha minimamente pensato anche solo di ridimensionare, con che si è subito dichiarato col­pevole, che la stesso rigore legale sia attuato per allenatore ( ormai quasi ex) e romeno dell’Inter.