07/05/2010 11:08
Il capo dello sport italiano dopo la finale di Coppa Italia ha avuto parole di elogio solo per lInter, che ha vinto il trofeo, e per Claudio Ranieri per il suo stile. «Per me vale prima di tutto la vittoria ottenuta sul campo - è il commento di Petrucci - ma anche quello che si fa oltre levento agonistico. In questo, Ranieri è stato splendido, un autentico vincitore. Ha misurato ogni parola, ha esaltato lInter, ha fatto i complimenti ai nerazzurri. Sono altri, invece, che hanno parlato a sproposito».
Un signore, Ranieri, uno sportivo di razza. Petrucci è convinto che molti dovrebbero prendere esempio dallallenatore giallorosso in un Paese dove la cultura per la sconfitto non esiste. Nello sport, invece, si vince e si perde. «Lho sentito in diretta parlare della partita e dellarbitro. Ha risposto con classe senza polemizzare. Ha detto cose da allenatore serio e corretto. Da quando lo conosco, e non solo dopo la partita di mercoledì sera, ma anche per tutto il campionato, Ranieri non ha mai mosso scuse sugli arbitri. E in una città non facile come Roma sotto questo profilo, in una città dove il calcio è seguitissimo, si è comportato in modo straordinario. Ranieri merita loscar delletica».
Signore fino in fondo, stile inglese per Ranieri che neppure nel momento in cui avrebbe potuto sfogare la rabbia, ha mantenuto un contegno perfetto. «Si perde in casa propria - ha aggiunto Petrucci - una finale come quella della Coppa Italia. Aveva, il tecnico della Roma, tutti i presupposti per essere avvilito. Invece, è rimasto sempre pacato e lo ha fatto subito dopo la partita, a caldo, mica il giorno dopo a mente fredda quando era più facile dirle quelle cose».
Il presidente del Coni evita di commentare il gestaccio di Totti, quel calcione inutile maturato soprattutto per frustrazione. «Io diffido dei moralisti, sto al mio posto. Nella vita bisogna essere umili e modesti», sono le parole di Petrucci. Mai una parola fuori posto da parte del presidente, mai neppure laccenno a una polemica. «Una finale è sempre una partita tesa e per questo non voglio entrare nel merito del comportamento dei singoli».
Per vincere occorrono qualità, forza, determinazione e, soprattutto, testa. Ma cè bisogno anche della cultura. Da tempo il presidente del Coni si impegna per fare crescere il livello culturale in Italia e, di conseguenza, il valore del movimento sportivo. Il confronto con gli altri deve rimanere circoscritto allevento sportivo e non deve mai uscire dal campo. Troppo spesso, invece, quel confine viene superato con mille scuse che ti permettono di infrangerlo.
Ranieri un attimo dopo la partita ha stigmatizzato il gestaccio di Totti, ha parlato di «fallo di frustrazione», ha detto «Francesco ha sbagliato» senza giustificare leventuale provocazione di Balotelli. Gianni Petrucci evita i commenti, inutile chiedere un parere su una eventuale convocazione in maglia azzurra (ma al Coni cè un codice etico). Ripete, Petrucci, che lui diffida «dei moralisti» ma aggiunge, abilmente: «Condivido tutto quello che ha detto Ranieri». Anche a lui non è piaciuto il comportamento del capitano della Roma.