Sacchi tifa Mou

14/05/2010 12:11

Perché dice Inter?

«Perché sta bene, ha il morale alle stelle, ha giocatori bravi e un allenatore unico nel suo genere. La Roma ha tanti meriti: sono stati bravi i dirigenti, Ranieri, i giocatori. Ma se il campionato è ancora aperto credo sia solo perché l’Inter a un certo punto ha rifiatato per preparare lo sprint finale e tentate il tutto per tutto in League. Magari ha anche peccato di sufficienza, può aver pesato una certa assuefazione alla vittoria in campionato. Che l’Inter resti di un altro livello, in ogni caso, lo dimostrano le coppe europee. I nerazzurri sono in finale di , tutte le nostre altre squadre sono uscite da tempo, spesso contro avversari non irresistibili».

Chi gioca la partita più difficile: l’Inter a Siena o la Roma a Verona col Chievo?

«A questo punto tutte le partite sono difficili. Ma Inter e Roma hanno grandi motivazioni, i loro avversari no».

Mourinho potrebbe vincere e poi salutare. Sarebbe una perdita grave per il calcio italiano?

«Sarebbe gravissima. Già abbiamo perso tanti bravi allenatori. Mourinho ha carisma, capacità, ha dimostrato di saper tirare fuori il meglio dai suoi calciatori, ha migliorato il gioco dell’Inter pur perdendo Ibrahimovic, il più bravo».

A proposito di gente che se ne è andata, dice che l’Inghilterra è un paradiso.

«Credo sia inutile pensare che questo nostro calcio possa crescere. Come puoi evolvere se ogni domenica sono necessari migliaia di poliziotti per evitare incidenti? I nostri stadi sembrano carceri, si parla di botte, coltelli, le polemiche non finiscono mai. In un ambiente del genere è molto difficile pianificare, lavorare su un progetto. Nel nostro calcio non c’è pazienza e vale la regola della vittoria a ogni costo».

Pessimista.

«Il mio non è pessimismo. Mi auguro anzi che con meno soldi in circolazione riacquistino importanza le idee, la passione, l’amore per il calcio. Che si è imbarbarito perché tanti ci sono entrati per altri interessi, e parlo di imprenditori e politici. Perché alcune società hanno accettato e coltivato il tifo organizzato e ora sono ricattate. È diventato un mondo schizofrenico, violento e ignorante. Il nostro non è più calcio e quello che più mi preoccupa è che molti non si rendono conto dell’anormalità della situazione. Ma io spero nel cambiamento, che arriverà quando tutti, e sottolineo tutti, quelli che lavorano nel calcio riusciranno a fare un sereno esame di coscienza».

Molti sostengono che Mourinho, con le sue dichiarazioni, contribuisce ad appesantire l’aria...

«Ma no, è la nostra malafede: noi siamo abituati a pensar male, a dare alle parole significati che quasi sempre non hanno».

Malintesi, come Ibrahimovic: in estate sembrava che l’affare l’avesse fatto il .

«Il calcio è uno sport di squadra con movimenti individuali, l’armonia è dettata dal gioco. Ibrahimovic è un grande solista, forse il più grande, ma quando il livello sale spesso naufraga. Il era già un’orchestra perfetta. L’Inter senza Ibra è cresciuta: ha talenti, non solisti, collegati uno all’altro che eseguono il copione dettato dall’allenatore. Manca solo una piccola cosa all’Inter».

Quale?

«La presunzione, l’arroganza, la cultura di imporre ovunque la sua identità, di essere padrona del gioco e del campo. Sempre. Quando giocammo la prima finale di Coppa dei Campioni contro la Steaua di Bucarest, un famoso giornalista sportivo scrisse che il Milan avrebbe fatto meglio ad attendere i romeni, maestri nel palleggio, per colpirli in contropiede. Lo lessi alla squadra. Alla fine Gullit si alzò e disse: ‘‘Attaccheremo dal primo minuto e lo faremo finché avremo forza. Tutti d’accordo?’’. In quel momento ebbi la sicurezza che avremmo vinto».

E a Madrid chi vincerà?

«Dico Inter perché ha il grande merito di aver eliminato Chelsea e e questo le ha dato sicurezza. E dico Inter per altre tre ragioni: ha una migliore qualità individuale, una migliore organizzazione difensiva e un allenatore più elastico, più fantasioso, bravissimo ad adattarsi alle necessità del momento. Van Gaal è più ortodosso, e questo può essere un limite».

Sempre con Mourinho.

«Sono sincero, finora in è stato un mago».

Anche il Milan avrebbe bisogno di un mago.

Chiariamo: il Milan non è povero, ha un fatturato tra i più alti del mondo, ma ha contratti molto pesanti. Deve limare il monte stipendi e investire sui giovani e se investe e non sperpera fa solo bene».

Dunque ha ragione Berlusconi?

«Un bilancio sano è fondamentale, Berlusconi ha scelto la strada giusta. Deve però fare il passo successivo, puntare sui giovani e abbandonare la ricerca di giocatori vecchi, da riciclare».

Non è facile però...

«Il Milan ha dirigenti competenti: quando ha puntato sui giovani non ha mai sbagliato o, comunque, non ci ha mai rimesso. Penso a Kakà, a Pato. Berlusconi non può più essere presente come una volta, deve affidarsi ai suoi dirigenti, che sono capaci. I suoi rilievi, poi, credo siano sempre stati costruttivi».

In definitiva?

«Serve un progetto tecnico chiaro, un allenatore che lo sappia portare avanti e giocatori adatti. Sono convinto che i tifosi del Milan, di fronte a un discorso così, chiaro, sarebbero anche disposti ad aspettare».