Se Totti tradisce

06/05/2010 11:02

Si può tenere in pugno una partita che sembrava un regolamento di conti? Il metro della tolleranza è stato comunque una risposta sbagliata, e i romanisti nella ripresa ne hanno abusato. La lista dei gesti da ammonizione (e oltre) è diventata lunga. Quasi tutti impuniti. E quella pedata di è stata un sigillo ad un’altra bruttura «made in Italy». Rimbalzerà da una tv all’altra: come Lazio-Inter, anzi peggio. Va bene così? Si è visto anche un po’ di calcio vero: la laboriosità dell’Inter e la sua capacità di sacrificarsi per il bene collettivo si sono tradotte nel primo titolo della stagione che un passo alla volta si sta tramutando in un trionfo. La squadra di Mourinho sa adattarsi a tutto, ed è il suo miglior pregio: se c’è da difendersi si difende, se c’è da giocare gioca, se c’è da attaccare attacca, se c’è da picchiare picchia, se c’è da urlare urla. Qualche sbavatura qua e là certo, ma è difficile per tutti conservare la misura mentre sparano al pianista.

Dopo l’impresa di , ecco un altro meritato applauso. Ancora una volta l’espressione tecnica più preziosa dei nerazzurri è Milito: un gol di sontuosa bellezza, in un «uno contro quattro» che sarebbe stato il modo migliore per mandare in archivio la finale. Quanto a Cambiasso, ci permettiamo con un po’ di impertinenza di considerarlo la prova vivente che Maradona non è un allenatore credibile (o non lo è ancora): si può tenere fuori dalla nazionale argentina un mostro di intelligenza e lucidità come lui? Infine la Roma: è probabilmente inferiore all’Inter, ma sarebbe stato meglio verificarlo in una normale partita di calcio. Forse è chiedere troppo, al momento.