17/05/2010 12:43
Alle 16 e 54, sotto il sole caldo della terza domenica di maggio, Paolo Tagliavento, parrucchiere di Terni, chiude il campionato a Verona. Tre minuti di recupero, come a Siena: lo scudetto, il quinto di fila, è dei nerazzurri. Ma il cuore giallorosso batte forte. Più di prima. E strano leffetto acustico dentro il Bentegodi. Non si sente il suono del fischietto dellarbitro. Coperto da quellapplauso del popolo giallorosso alla Roma, più forte e intenso di qualsiasi rumore, fastidioso o piacevole che sia. E il tributo della gente ai protagonisti di questa stagione fantastica e coinvolgente. Qualche minuto prima del triplice fischio di Tagliavento, intona le canzoni più loro. Ma la partecipazione è totale quando parte Roma, Roma, Roma.
Già, core de sta città. Anche i tifosi del Chievo restano colpiti. Applausi del pubblico di casa allo spettacolo di una tifoseria unica e compatta. Allegra e colorata. Il 16 maggio del 2010 diventa simile 18 maggio del 2008. Da sud a nord, stesse emozioni e identiche sensazioni. Come a Messina, la Roma sorpassa anche stavolta lInter. Momentaneamente. E vive una porzione di gara da campione dItalia. Qui per 19 minuti, due anni fa per unora. Quando al Bentegodi segna Vucinic, al trentanovesimo, è il destino che riappare implacabile. Mirko fece centro anche al Massimino. Lì fu subito, come un lampo e sempre al sole. Ma non ci fu boato, i tifosi giallorossi avevano il divieto di andare a seguire la squadra in Sicilia. Arrivò poi nella ripresa la doppietta di Ibrahimovic al Parma.
Ieri, il sostituto dello svedese: quel Milito che nellestate di due anni fa era vicinissimo alla Roma. La storia della partita è nei due striscioni che accolgono la Roma al Bentegodi che in questa ultima domenica di campionato è quasi esclusivamente giallorosso per sostenere il gruppo di Ranieri nello spint finale: Chi tifa Roma non perde mai e Sventola libera la nostra passione. I giocatori in campo ringraziano prima dellinizio la gente che comunque festeggia la squadra per la grande stagione. La rete di Vucinic vale lesplosione di ventitremila voci. E il trentanovesimo. Sei minuti dopo il destro terrificante di De Rossi e ancora lurlo e la gioia. Dopo lintervallo, la radiolina in panchina: lauricolare al fisioterapista Silio Musa. Ecco la notizia del vantaggio nerazzurro: il tabellone lo fa sapere ai giocatori alle 16 e 18. Esultano i tifosi del Chievo, fischiatissimi dal pubblico giallorosso. Che aspetta buone nuove, quasi silenzioso. Sventolano, però le bandiere. La gente riprende subito a cantare. Fino allapplauso finale. Chiamando la Roma sotto la curva, dopo la ventiquattresima vittoria. Tantissimo.