Adiòs Josè y suerte

02/06/2010 08:27

Fa il modesto ma ricorda di aver vinto in Portogallo, in Inghilterra e in Italia e fa intendere che un tecnico non può definirsi grande se non vince alla guida del Real. In definitiva il solito Mourinho: presuntuoso e arrogante pur nella sua falsa modestia; il solito Mourinho che sicuramente ha dimostrato di non essere un “pirla” ma che deve stare attento a non voler fare troppo il furbo. Lui è abituato a far salire l’asticella ogni stagione e finora ha avuto ragione grazie anche ai vari Abramovich, Moratti ed ora Perez che gli hanno garantito credito illimitato ma a forza di salire c’è il rischio che l’asticella potrebbe collocarsi, prima o poi, ad una misura insuperabile. E quando inevitabilmente ciò accadrà che ne sarà dello Special One? Sinceramente ce ne frega il giusto, e cioè niente, ma soltanto perché adesso il portoghese è un problema dei colleghi spagnoli e delle formazioni che dovranno incontrarlo nella Liga. Lo confesso: vederlo nella sala stampa del Bernabeu e pensare che ci saranno risparmiate le sue conferenze stampa, i suoi proclami e le sue sceneggiate, mi ha procurato una diffusa sensazione di benessere come non avvertivo da tempo e quasi quasi me lo ha reso meno antipatico. Tra l’altro il rischio di rivederlo contro la Roma è ancora lontano, essendo sia noi che il Real in seconda fascia nella prossima e, difficilmente, potremmo incontrarlo prima degli ottavi di finale (ammesso che ci arrivi).

E allora Adiòs, caro Josè, y suerte!