Adriano canta già Grazie Roma

07/06/2010 11:07

È già sicuro che la maggior parte delle domande che gli verranno fatte verteranno su due argomenti: l’amicizia con il narcotrafficante di Comando Vermelho, che lo ha messo nel mirino del pubblico ministero di Rio de Janeiro, e le clausole rescissorie contenute nel contratto che lo costringeranno a un comportamento irreprensibile.

Così, però, rischia di passare in secondo piano un aspetto importante della vicenda. Anzi, il più importante. E cioè che il d.s. Daniele Pradè ha portato a Roma un centravanti potenzialmente fortissimo a parametro zero. Sovrappeso? Ora sicuramente sì, ma lo staff di Claudio Ranieri non ha certo paura di lavorare. Troppo sregolato? Forse, ma Adriano è il primo a sapere che questa è la sua ultima occasione per tornare al massimo livello. E il suo ex tecnico al Flamengo, Rogerio Lourenço, è convinto di aver perduto un grande giocatore e non una specie di alcolista anonimo prestato al pallone: «Adriano era il nostro perno lì davanti e da quando non c’è lui il Flamengo non gioca più come prima. Senza Adriano ho poche alternative in attacco. La gente guarda solo i risultati, ma io devo pensare alla tattica, al gioco».

In attesa dello sbarco, Adriano ha parlato al Romanista, confermando di non essere timido: «Se vengo a Roma è perché voglio restare nella storia. Ho sentito , ha detto che mi aspetta e io non vedo l’ora di arrivare. Questa è un’attesa frenetica e bellissima. Roma è una à fantastica. Voi non sapete che prova un calciatore quando entra in campo all’Olimpico, quando parte l’inno prima di giocare e i tifosi iniziano a cantare Roma Roma Roma: vengono i brividi anche agli avversari. È una cosa bellissima: la torcida romanista è commovente. Il derby Roma-Lazio? Me ne hanno parlato in tanti, ma so che non posso capire cosa sia veramente prima di giocarlo. Adesso me lo immagino come il Fla-Flu, Flamengo-Fluminense, una delle più grandi partite del mondo».

La prima partita ufficiale di Adriano in giallorosso potrebbe essere una sfida proprio contro il suo passato, l’Inter. «Sì, dovrei giocare la mia prima partita con la Roma in Supercoppa e, forse, proprio a Milano. Ci tengo tantissimo a fare subito bene. Ci tengo per la Roma e per far vedere che sono un calciatore vero. Non ho rivincite da prendermi contro i miei ex compagni o con il presidente Moratti, che mi ha sempre trattato in maniera particolare. Voglio fare bene per la Roma».

E il grande sogno si chiama : «È la competizione che mi emoziona di più, la più grande che ci sia. E questa volta voglio vincerla, perché all’Inter non ci sono riuscito. Come ho detto, se vengo a Roma è per restare nella storia».