Adriano: «Ranieri un grande allenatore»

07/06/2010 10:16

 
Perché prima avrà da fare a Milano. La Roma aspetta oggi Gilmar Rinaldi e domani il suo assistito. «Ma guardate che Adriano potrebbe benissimo decidere di scendere nella Capitale con la macchina», dicono a Trigoria. D’altronde, alla Roma non cambia nulla. L’importante è che il giocatore rispetti altre regole. Ieri, qualche sito in Brasile fantasticava. «Se fa un’orgia, la società può risolvere il contratto unilateralmente». Sciocchezze, dice ufficiosamente la Roma. Le clausole esistono. Prevedono, per esempio, che Adriano non possa saltare gli allenamenti. Ma non sono così "stringenti" come scrivono oltre oceano. Al "Romanista", il centravanti ha rivelato di non pensare altro che alla sua nuova vita. A Roma. «È una à fantastica, e un popolo più grande. Voi non sapete che prova un calciatore quando entra in campo all’Olimpico, quando parte l’inno prima di giocare e i tifosi iniziano a cantare "Roma Roma Roma": vengono i brividi anche agli avversari.
È una cosa bellissima. La torcida romanista è commovente. Quando dico non vedo l’ora di venire, intendo
anche questo. La gente, il popolo. E poi c’è la squadra». Ci ha confessato di avere già parlato con Juan. «Sì. Avevo letto pure delle belle parole che ha avuto per me. Lui è fortissimo. Poi ho sentito Fabio Simplicio, l’altro nuovo acquisto giallorosso. Anche lui non vede l’ora di iniziare a giocare con la Roma e con i suoi campioni. E poi ho sentito anche un altro giocatore». Un giocatore? E chi? «. Lui è il più grande di tutti. Per me sarà un onore giocare con lui. Io nemmeno mi ci paragono. Lui mi ha detto che mi aspetta, gli ho detto che sto arrivando.  è il ». Quando gli abbiamo domandato se è a conoscenza di quanto sia importante il derby romano, ad Adriano è venuta in mente un’altra stracittadina. Quella di casa sua, a Rio. «Me ne hanno parlato in tanti, ma so che non posso capire cosa veramente sia prima di giocarlo. Adesso me lo immagino come il Fla-Flu, Flamengo-Fluminense, una delle più grandi partite del mondo».
 
 Ieri il suo ex datore di lavoro, Massimo Moratti, rifletteva sul timore reverenziale che susciterà un tandem offensivo -Adriano. «Insieme sono una grande coppia». La prima avversaria in Italia - guarda caso - sarà proprio l’Inter. «Dovrei giocare - ci ha detto Adriano - la mia prima partita con la Roma, in Supercoppa, e forse proprio a Milano. Guardi, io ci tengo tantissimo a fare subito bene, ma per la Roma e per far vedere che sono un calciatore vero. Non ho rivincite particolari da prendermi contro i miei ex compagni o con il presidente Moratti che mi ha sempre trattato in maniera particolare. Ci tengo per la Roma». Potente in campo, elegante al microfono. Niente male come inizio giallorosso. Superate le visite mediche, con la Roma dovrebbe firmare
un triennale. Poi Adriano si metterà al lavoro per limare quei sei o sette chili di troppo. Il brasiliano vuole farsi
trovare pronto per il ritiro di Brunico, il 15 luglio. La punta sa di dover affrontare una stagione lunghissima.
«La - spiega Adriano - è la competizione che mi emoziona di più, la più grande che ci sia. E questa volta voglio vincerla perché io all’Inter non ci sono riuscito»
 
Per restare nella storia? «Quello fa un Imperatore, no?». Certo. Intanto a Rio de Janeiro già lo rimpiangono. «Adriano era il nostro perno lì davanti e da quando non c’è lui il Flamengo non gioca più come prima». Rogério Lourenço, il tecnico del club rubro negro, non sa darsi pace. La squadra è in caduta libera. Aggiungeteci che il Flamengo ha perso pure Vagner Love. Che voleva continuare a fare coppia con l’amico Adriano e che invece, finito il prestito, dovrà tornare al Cska Mosca. «Senza Adriano - commenta sconsolato Lourenço - ho poche alternative in attacco. La gente guarda solo i risultati, ma io devo pensare alla tattica, al gioco. Ho dovuto chiedere un giocatore in prestito come Bruno Mazenga, altrimenti non sapevo davvero come fare». Ranieri avrà il problema opposto. Dovrà studiare quale formula offensiva si adatterò meglio ad Adriano. E a . In una recentissima intervista al "Tempo", il tecnico ha cominciato ad affronatre l’argomento: «Diciamo che in coppia con non lo vedo male. Speriamo di poterlo incoronare al più presto imperatore anche qui a Roma. Lo abbiamo cercato e voluto, perché siamo convinti che con lui, lì davanti, possiamo fare un ulteriore salto di qualità». Sul web circola una foto bellissima di Adriano bambino. L’Imperatore si aggrappa alla rete. Quella di una porta da calcio. Sorride, è contento. Il pallone è il suo mondo. Lo è sempre stato e lo sarà ancora. L’aereo sorpassa Gibilterra, sorvola la Corsica, all’orizzonte si intravedono le Alpi, sta per planare sull’Italia. Una voce sveglia l’Imperatore. "Si pregano i signori viaggiatori di allacciare le cinture di sicurezza". Adriano spegne il pc. L’ultima immagine è un pdf. È una prima pagina. «Farò la Storia». Un Imperatore questo fa.