30/06/2010 03:54
A Parigi il sole brucia e le giornate finiscono tardi: alle dieci è ancora giorno. Per questo, quando comincia la partita del Brasile, Etoo mugugna, visto che la troppa luce non gli consente di vedere bene. Chiede a un amico di dirgli che formazione schiera il Brasile e si dice favorevolmente sorpreso dal buon cammino fatto fin lì dal Cile. Passa un bambino con la maglia del Brasile, si ferma alla vetrina del locale per guardare, coi genitori, qualche minuto di partita. Eto o, che con la sua stazza copre la visuale, si sposta per consentirgli di vedere e si piazza proprio sotto al televisore. In quel momento segna Juan: il suo amico fa un gesto come a dire «che gol» e lui, in spagnolo, risponde: «È saltato altissimo, ma lui li ha questi colpi». La partita del numero 4 romanista è praticamente perfetta e anche lui concorda: «Sì - conferma - non sta sbagliando nulla. Così come il mio amico Lucio, sono una coppia fenomenale». A pochi secondi dal fischio finale, lennesimo bambino gli chiede lautografo. E gli fa: «Ma due giorni fa ti ho visto in televisione, non stavi al Mondiale?». Etoo sorride e gli spiega: «Sì, ma siamo stati eliminati. Adesso mi riposo». Poi si alza e decide di andare via. Prima, però, cè il tempo per unaltra battuta? «Un commento sullItalia? È meglio che ognuno pensi al suo Paese... Però certo se ci fosse stato uno come Totti, o Del Piero, le cose sarebbero potute andare diversamente». Con queste parole finisce la sua giornata parigina e iniziano le vacanze: «Sì, basta parlare di calcio». Lappuntamento, con lui, è per la Supercoppa. Lo aspettano la Roma, i suoi tifosi e, soprattutto, il «fortissimo» Adriano.