26/06/2010 05:50
Per credere nel progetto di una società che si autofinanzia con successo. E che sul mercato si muove con intelligenza, tanto da essere riuscita a ingaggiare senza spendere un centesimo Simplicio e Adriano. Juan non vede lora di abbracciare lImperatore: «Adriano farà grandi cose nella Roma. È la piazza giusta per lui». È il pupillo di Ranieri, è il pupillo di Dunga. Anche ieri, contro il Portogallo, Juan era al suo posto nella Seleção, di cui assieme a Lucio comanda la difesa. Come era lecito prevedere, non si è trattato di una partita facile. Più di una volta, il Brasile ha rischiato di capitolare sotto ai colpi di Cristiano Ronaldo. Nei primi quarantacinque minuti, Juan ci ha messo letteralmente una pezza fermando con le mani un lancio lungo che lo avrebbe scavalcato. E che avrebbe consentito a Cristiano Ronaldo di involarsi in completa solitudine verso la porta di Julio Cesar. Larbitro lo ha ammonito. A Juan è andata di lusso. Era ultimo uomo, poteva starci il rosso. Anche nella ripresa il Brasile ha retto lurto della furia portoghese. Merito di Lucio? Macché. Anzi. Per contrastare Ronaldo, il difensore dellInter ha servito Meireles, che è andato a tanto così dal gol. No, Dunga deve ringraziare solo Juan. Il nostro Juan.