04/06/2010 11:40
Special guest Bdo, società di certificazione del bilancio, sindaci della stessa Italpetroli, sindaco nel senso di Gianni Alemanno, primo cittadino della Capitale, avvocati, arbitri (e qui Collina non c’entra nulla). Ci risiamo, insomma in una specie di telenovela che sembra non voler mai finire. Tutto è (ri)cominciato nel pomeriggio di martedì scorso, quando un lancio d’agenzia di Mf-Down Jones anticipava quello che ieri è stato pubblicato su alcuni quotidiani, esattamente 24 ore prima dell’attesissimo arbitrato che stamattina, in un luogo che i diretti interessati hanno detto che non rivelerebbero « neppure sotto tortura », comincerà un iter che potrebbe durare qualche mese.
L’INTERVISTA - Indiscrezioni che ieri hanno scatenato la reazione del presidente della Roma, dottoressa Rosella Sensi, con un comunicato di smentita durissimo, ma anche con le anticipazioni di un’intervista rilasciata al settimanale Panorama. E cominciamo proprio da quest’ultima. Nella quale ha parlato dell’intenzione di continuare il lavoro portato avanti dal papà, ha ribadito il no alla cessione di De Rossi ( «L’offerta per il giocatore è già arrivata, abbiamo risposto no» ), si è detta fiduciosa sul recupero di Adriano, ma dove, soprattutto, ha aperto la porta a una possibile cessione.
Rispondendo a una domanda sui debiti di Italpetroli, la dottoressa Sensi ha detto: «Il giorno in cui si presenterà qualcuno, non avremo problemi a fare un passa indietro, anche se a malincuore » .
COMUNICATO - Un’apertura che, al contrario non c’è stata nel comunicato emesso dal gruppo Italpetroli nel primo pomeriggio in risposta alle notizie apparse ieri su alcuni quotidiani: «Tali pseudo notizie non ci sorprendono ma ci indignano, poiché ancora una volta non si è esitato ad aggredire e denigrare un gruppo di imprese sane, nonché una società sportiva, come l’As Roma, che gode di ottima salute, senza alcun rispetto per la passione di milioni di tifosi. E’ del tutto destituita da fondamento la notizia secondo la quale il collegio sindacale e la società di revisione Bdo avrebbero comunicato a Italpetroli l’intenzione di non firmare o non certificare il bilancio 2009» .
L’ARBITRATO - Ma torniamo all’arbitrato che in sé secondo le indiscrezioni venute alla luce nelle ultime ore, non sarebbe il punto principale della vicenda. Perché Unicredit in questi ultimi mesi avrebbe lavorato a un’ipotesi d’accordo diversa che, secondo la banca diretta da Alessandro Profumo, potrebbe consentire un’uscita dignitosa a tutti, a partire da Italpetroli. Il tutto supportato da un’altra indiscrezione, cioè che il Collegio dei Sindaci e la società di certificazione Bdo, che ha preso il posto della Pricewaterhousecooper
che dodici mesi fa certificò il bilancio di Italpetroli con riserva, non avrebbero ancora certificato il bilancio 2009 (la scadenza è il mese di giugno, se così non fosse i libri contabili di Italpetroli non potrebbero che finire in tribunale con tutte le conseguenze che potete immaginare).
L’IPOTESI - Anche Unicredit preferirebbe che questo non avvenisse, se non altro per non vedere ridimensionate le valutazioni degli asset di Italpetroli. E allora stamattina i rappresentanti della banca dovrebbero proporre alla controparte la possibilità di uscire da questa situazione, in mancanza ovviamente del cash per onorare il debito (ricordiamo che il piano di rientro del debito scadrà il prossimo 31 dicembre). Dunque: azzeramento del debito in cambio della disponibilità totale dei principali asset del gruppo, a cominciare dalla Roma, per la quale già da qualche tempo circola più di un nome come possibile acquirente.
IL SINDACO - Per chiudere il racconto della giornata di ieri, non certo di questa vicenda, c’è stata anche una dichiarazione del sindaco di Roma, Gianni Alemanno: «Il nostro invito è quello di utilizzare la pausa tra i due campionati per fare in modo possa affacciarsi al prossimo campionato con le spalle coperte dal punto di vista finanziario e con una situazione economica più solida possibile ». Pure noi.
E’ ormai più di un anno mesi che la fa miglia Sensi e Unicredit si confrontano in maniera serrata. L’istituto bancario, infatti, non solo è detentore del 49% delle azioni di Italpetroli, ma vanta anche gran parte del debito che grava sul gruppo facente capo alla famiglia Sensi. E’ proprio sulla necessità di rientrare dal debito che si stanno giocando i destini di Italpetroli e della Roma. Riviviamo le principali tappe del confronto tra Unicredit e la dirigenza di Italpetroli.
28 maggio 2009- Rosella, Silvia e Maria Cristina Sensi, accompagnate dal legale di famiglia Gianroberto Di Giovanni, vengono convocate dal dottor Paolo Fiorentino, numero due di Unicredit. La banca nella sostanza chiede garanzie per il rientro dal debito dopo il mancato pagamento della prima rata prevista (circa 130 milioni di euro). E’ una sorta di ultimatum da parte dell’istituto creditizio.
30 maggio 2009 - La mossa della famiglia Sensi non si fa attendere: con un comunicato ufficiale Italpetroli rende noto di « aver avviato contatti con Mediobanca» e «di volersi avvalere della stes sa per studiare le migliori modalità per gestire l’attuale situazione debitoria nei confronti del ceto bancario».
27 luglio 2009 - Rosella Sensi incontra il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, uomo vicino al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, alla ricerca di una mediazione politica.
16 settembre 2009 - Passo pesante di Unicredit che con un duplice atto depositato presso i tribunali di Grosseto e Civitavecchia pignora due alberghi di proprietà della famiglia Sensi, il Filippo II all’Argentario e il Sunbay Park Hotel a Civitavecchia.
3 novembre 2009 L’avvocato Roberto Cappelli, consigliere di Italpetroli e rappresentante di Unicredit nella holding della famiglia Sensi si dimette dalla carica di consigliere. Le dimissioni di Cappelli fanno parte della strategia messa in atto da Unicredit e preannuncia altre azioni da parte dell’istituto di Piazza Cordusio nei confronti di Italpetroli.
4 novembre 2009 - Attraverso una nota diffusa da Adnkronos il gruppo Italpetroli fa sapere di voler «dimostrare presto che i pignoramenti dei due alberghi sono frutto di un’azione tanto illegittima quanto abusiva» .
18 novembre 2009 - Unicredit cita in tribuna le il gruppo Italpetroli per ottenere la nullità o l’annullamento del bilancio 2008 della holding della famiglia Sensi.
19 novembre 2009 - Con una conferenza stampa Rosella Sensi passa al contrattacco. « Italpetroli non è sull’orlo del fal limento, è ingiustificato l’atto di impu gnare il bilancio » .
20 novembre 2009 - Rosella Sensi ribadisce radiofonicamente i concetti espressi il giorno precedente in conferenza stampa. « Non siamo un gruppo in liquidazione, la Roma è una società sana e solida » . Intanto secondo l’agenzia Adnkronos sarebbero stati respinti dal Tribunale di Roma sette richieste di decreto ingiuntivo fatte dall’istituto bancario.
21 novembre 2009 - Scende in campo, in via riservata, anche il sindaco Alemanno che cerca di far sedere a un tavolo le due parti. Sempre attraverso Adnkronos si rende noto che « in base agli accordi con Unicredit i debiti Italpetro li non sono esigibili sino al primo gennaio 2011 » . Inoltre viene ufficializzato che tutti e tredici i decreti ingiuntivi di Unicredit sono stati respinti dal Tribunale di Roma.
23 novembre 2009 - In Campidoglio si tiene l’incontro tra i rappresentanti di Italpetroli e Unicredit. Al tavolo siedono il sindaco di Roma Gianni Alemanno, promotore dell’incontro tra le parti, Rosella Sensi, Paolo Fiorentino, numero due di Unicredit, Maurizio Cereda, direttore generale di Mediobanca e Pippo Marra, rappresentante di Adnkronos e consigliere d’amministrazione della Roma. L’incontro a cinque però si conclude con un nulla di fatto ammesso dallo stesso Alemanno che parla di «clima gelido» .
30 maggio 2010 - La Sensi a distanza di meno di un anno incontra per la seconda volta Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.