"Non decido io"

22/06/2010 10:52



Semplice constatazione, seppur amara, dell’evidenza dei fatti. Non è un caso che sinora alla voce acquisti ci siano due giocatori (Adriano e Fabio Simplicio) arrivati dopo brillanti operazioni a parametro zero e un terzo (Rosi) che tornerà previo rinnovo della comproprietà con il Siena (e il probabile approdo al club toscano del baby D’Alessandro). Nessun esborso per i cartellini a fronte però di un monte-ingaggi che continua a salire. Una rosa che, con i due brasiliani, per la prima volta volta nel corso della gestione di Rosella Sensi oltrepasserà il muro dei 70 milioni. Lo scorso anno era pari a 69,7, distante dalla (115), dal Milan (125,5) e dall’Inter (150) ma pur sempre al quarto posto in serie A (a + 30 dalla , quinta). Nel 2008-09 medesimo piazzamento ma con un esborso di 65 milioni, simile a quello della stagione 2006-07 (64 milioni).



In Italia, quindi, solo i tre grandi club del Nord spendono di più della Roma per i salari dei giocatori. Ed è proprio per questo motivo che la società giallorossa ha necessità di cedere. Vendere, quindi, sia per incassare quelle entrate che poi serviranno a completare il mercato (ieri Sculli ha ammesso: «La Roma mi vuole») ma soprattutto per liberarsi di quei giocatori premiati da stipendi pesantissimi che ormai sono ai margini del progetto tecnico. I nomi? I soliti: in pole ci sono Doni, Baptista e Cicinho (in tre costano 12,3 milioni ai quali se ne aggiungono altri due, divisi equamente per l’attaccante e il difensore, da dare al Real Madrid dopo l’ultima qualificazione in ).

Senza dimenticare Andreolli, Cerci, Faty, Barusso e Motta (per il difensore probabile rinnovo della comproprietà). A questi potrebbe aggiungersi anche Mexes ma solo nel caso dovessero continuare i problemi legati al rinnovo del contratto (che scade nel giugno del 2011).