05/06/2010 14:19
Nulla di ufficiale trapela sulle ipotesi a cui stanno lavorando i legali, ma - stando alle indiscrezioni, con l’imprimatur dell’agenzia Radiocor - una bozza di intesa esiste già: tutti gli asset di Italpetroli, primo fra tutti il «gioiello di famiglia», l’As Roma, passerebbero a Unicredit, ad eccezione di alcuni immobili che resterebbero di proprietà della famiglia Sensi. In cambio, la banca estinguerebbe l’intero debito e rinuncerebbe a tutte le controversie legali in atto - patto di riscadenzamento e decreti ingiuntivi - nei confronti di Italpetroli. I prossimi giorni - diciannove, per l’esattezza - saranno quindi decisivi: «Ci auguriamo, da ambo le parti, che si possa raggiungere un accordo di conciliazione», ha detto l’avvocato di Italpetroli, Agostino Gambino. Dichiarazioni soft, arrivate però dopo un faccia a faccia durissimo, innescato nei giorni scorsi da indiscrezioni di stampa che davano la società a un passo dal fallimento (al debito con Piazza Cordusio se ne aggiungerebbero altri, tra cui un centinaio di milioni con Mps), obbligata ad aggrapparsi al salvagente Unicredit: «Pseudo notizie, la cui origine e la cui finalità sono del tutto chiare», le ha definite la società guidata da Rosella Sensi.
A stretto giro, la replica di Unicredit, che a sua volta ha smentito «le gravi insinuazioni contenute nel comunicato stampa diffuso al mercato da Compagnia Italpetroli, che parrebbe attribuire alla stessa Unicredit la paternità di notizie, riferite dalla compagnia Italpetroli come false, apparse sulla stampa».