22/06/2010 11:22
Domanda che sarà rivolta alle controparti che si presenteranno, come da appuntamento fissato il quattro giugno scorso, nel suo studio, cioè Italpetroli da una parte, Unicredit dallaltra, per tentare di risolvere, lannoso problema del credito che la Banca vanta nei confronti del gruppo della famiglia Sensi.
Domani mattina o si trova un accordo o sarà arbitrato, con tutte le conseguenze che si possono immaginare, comunque non distanti nel tempo, nel caso cè la ferma intenzione di chiudere tutto entro il mese di luglio. Per questa ragione, come negli auspici del presidente degli arbitri, il professor Ruperto, domani mattina sarà presente la dottoressa Rosella Sensi, presidente della Roma, per il suo gruppo, dallaltra parte il dottor Piergiorgio Peluso numero due dellistituto bancario diretto dal dottor Alessandro Profumo. Ognuno, ovviamente, con il suo staff di legali, Agostino Gambino e Antonio Conte (più larbitro avvocato Romano Vaccarella) per Italpetroli, Valerio Di Gravio e Francesco Carbonetti (più larbitro Enrico Gabrielli) per Unicredit.
A ieri, se non ci hanno raccontato qualche bugia, la conciliazione non era stata trovata, nonostante i contatti e gli incontri tra le parti. Il contendere, come si sa, è legato da una parte al credito di circa 325 milioni che la Banca vanta nei confronti di Italpetroli, debito scadenzato da un piano di rientro che non è mai stato rispettato,dallaltra dalla richiesta di danni dimmagine per 50 milioni e per anatocismo (errato calcolo degli interessi sugli interessi) per altri 80 milioni. Unicredit, che tra laltro ha disdetto laccordo sullo scandenzamento del suo credito, per conciliare ha chiesto la disponibilità di una buona parte degli asset di Italpetroli, Roma in testa, per metterli sul mercato, venderli e rientrare. Ed è su questo punto che, domani mattina, si dovrà cercare un accordo, con la consapevolezza, almeno da quello che è filtrato, che la Banca non avrebbe nessuna intenzione di fare un passo indietro. O si trova laccordo su queste basi, oppure niente conciliazione.
Questa fermezza da parte della Banca che deve anche convivere con il ruolo di proprietaria del 49% di Italpetroli, quindi non interessata a ridimensionare il valore degli asset del gruppo della famiglia Sensi, qualcuno lha interpretata come la certezza che listituto bancario abbia già un compratore per la Roma pronto a subentrare. Verità che fino a un paio di settimane poteva essere certificata, prima però che il compratore facesse un passo indietro, o almeno così si vuol far credere. Da allora, però, Unicredit avrebbe lavorato a fondo per trovare un nuovo acquirente. Inutile che stiamo qui a dire chi potrebbe essere, per ora ci sono solo voci e nulla più. Del resto cè da attendere soltanto altre ventiquattro ore. Domani sapremo qualche cosa di più. E lo sapranno anche i calciatori della Roma che sono in attesa degli stipendi, ultimo pagato il mese di febbraio. Però, dicono, che nel calcio sia fisiologico un ritardo di due-tre mesi. Marzo e aprile, del resto, dovranno essere pagati per forza entro il prossimo trenta giugno, pena la mancata iscrizione al campionato.