Domani l’accordo, ma c’è una novità: Roma della Sensi fino alla cessione

07/07/2010 10:44

Cosa è successo? Si potrebbe dire volgarmente che UniCredit non aveva fatto i conti con la Consob. La Roma è quotata in Borsa e con il vecchio accordo, chiamiamolo così, sarebbe stato impossibile per la banca evitare l’Opa, un’offerta pubblica di acquisto (lunga e dispendiosa). Nel momento in cui la Consob le ha fatto sapere il suo responso, UniCredit ha dovuto cambiare strategia. Comunque, l’obiettivo finale dell’accordo non cambia: la Roma verrà venduta e il ricavato della cessione servirà alle banche (c’è anche Monte dei Paschi) a rientrare del debito di 400 milioni che ha accumulato Italpetroli. La Sensi avrà una buonuscita da 30 milioni. Cambia invece la struttura dell’accordo: se domani le parti firmeranno l’intesa, gli asset della holding passeranno nelle mani di UniCredit, tutti tranne la Roma, che continuerà ad essere controllata dalla famiglia Sensi (ma con il 51%, mentre il restante 49% sarà della banca) fino a nuovo ordine.

Nell’accordo, ovviamente, verranno inserite alcune clausole che impegneranno la Sensi a consegnare la squadra al suo successore quando Rothschild avrà esaurito il mandato. La banca e l’advisor hanno tutto l’interesse a trovare degli interlocutori affidabili, trasparenti, con un progetto serio, che lasci la squadra ai vertici del calcio italiano. La candidatura della famiglia Angelucci, infatti, è da considerarsi assolutamente autonoma e, peraltro, al momento appena accennata. Intanto Andiamo per gradi. Domani la Sensi e Piergiorgio Peluso di UniCredit (con i rispettivi legali) si riuniranno da Cesare Ruperto: troveranno finalmente un’intesa. Lunedì la riunione è stata sospesa solo perché i legali della Sensi avevano dimenticato di ricordare che su un un’immobile che passerà alla banca (quello di via Panisperna) è già accesa un’ipoteca