Roma, gli avvocati passano la palla alla Sensi

03/07/2010 12:03

Sarà un fine settimana di passione, il più caldo e delicato per Rosella Sensi, che dovrà pronunciarsi in via definitiva sulla transazione proposta da Unicredit alla Compagnia Italpetroli, la holding di famiglia che controlla l’A.S. Roma, debitrice di circa 325 milioni di euro nei confronti dell’istituto di credito. Nell’ultimo incontro tenutosi ieri a Roma gli avvocati (Carbonetti e Di Gravio per Unicredit e Gambino-, consulenti di Italpetroli) hanno completato il complesso lavoro di valutazione economica degli asset dei Sensi, sui quali esiste tuttora una divergenza.

L’ostacolo più grande è stato (è) la valutazione globale dei vari comparti di proprietà in questione tra cui il club giallorosso, più redditizio e accreditato di sviluppo rispetto ai beni immobiliari e petroliferi. Ma l’ultimatum è arrivato e ora l’ultima parola spetta alla famiglia Sensi. Accettare e firmare l’offerta della Banca, a quasi totale estinzione del debito compresi gli 80 milioni da restituire a Monte Paschi di Siena, mantenendo il controllo di valori immobili pari a 25 milioni, oppure andare allo scontro frontale. In caso di rottura, lunedì mattina spetterà al Professor Cesare Ruperto, che presiede il Collegio Arbitrale di Roma chiamato a dirimere la controversia e assai risoluto nel caldeggiare la conciliazione, dar vita al lodo arbitrale. Se la sentenza penalizzerà Italpetroli le ripercussioni, ancorché diluite nel tempo, potrebbero portare alla procedura di fallimento, soprattutto in caso di mancata certificazione del bilancio, su cui si pronunceranno revisori contabili e collegio sindacale.

 Si dovesse, invece, trovare un punto d’incontro, la svolta sarebbe il preludio a una nuova fase, con l’incarico affidato da Unicredit all’advisor col compito di assistere la vendita della Roma a beneficio di acquirenti che finora restano nell’ombra o, nella fattispecie l’imprenditore farmaceutico Angelini, hanno preferito defilarsi in attesa di sviluppi. Aspettando il verdetto spartiacque, per l’ennesima volta nel giro di pochi giorni è tornata a farsi sentire la voce del sindaco della capitale, Gianni Alemanno, che auspica un epilogo di buon senso delle parti: «Non possiamo entrare negli aspetti economici della vicenda, che compete esclusivamente alla società e alla Banca, ma possiamo e dobbiamo vigilare sul destino della squadra. La Roma è un patrimonio della à e noi staremo molto attenti: lo abbiamo detto chiaramente sia all’attuale proprietà sia a Unicredit, vogliamo un club forte e solido, senza problemi finanziari. La passione dei tifosi e il calcio appartengono alla storia della à».

Un monito che assume il senso compiuto dell’appello, dopo che Alemanno si era prodigato invano per agevolare un compromesso tra i contendenti. Sullo sfondo di uno scenario così incerto s’inserisce la difficoltà estrema dei dirigenti della Roma di condurre un calciomercato cominciato con le acquisizioni di Adriano e Simplicio, fortemente condizionato dalla grave esposizione debitoria della controllante e ora esclusivamente improntato alla ricerca di prestiti e parametri zero.

Nel vertice di ieri a Milano l’Inter ha ufficialmente richiesto 10 milioni per il cartellino di Burdisso, mentre la Roma sperava nella comproprietà e, almeno per ora, non riesce a garantirne nemmeno la metà, confidando nella volontà di restare in giallorosso espressa dal calciatore. Un’altra trattativa in bilico, insomma, subordinata alle ben più urgenti scadenze delle prossime ore.