Tessera del tifoso: guida alla Serie A

30/07/2010 11:13

BARI

Matarrese ha lanciato Fedeltà Biancorossa, “la carta multifunzionale che rappresenta la voglia di vivere la passione per il Bari fuori e dentro lo stadio”. Vale 3 anni, è gratis con l'abbonamento, 6 euro senza. Clausola atipica nel contratto: si chiede un'autocertificazione di assenza di condanne penali e carichi pendenti, mentre sul sito ufficiale del club c'è scritto: “ai varchi sarà sufficiente esibirla per essere autorizzati ad entrare”. Cioè? Senza la neo-tessera barese niente autorizzazione d'accesso al S. Nicola e in altri stadi? Con oltre 500 trasferte alle spalle, il leader ultrà Alberto Savarese, in arte “Parigino”, dice: “Non siamo d’accordo, non possiamo accettare ulteriori restrizioni. Non è possibile pagare un pre-biglietto oltre a quello nominale! Finiremo per lasciare gli stadi vuoti e poi vedremo la risposta delle pay-tv: dove andranno ad esultare i giocatori al momento del gol?”





Arricchita da iniziative meritocratiche pro fedeltà di spesa dei tifosi, la Siamo Rossoblù varia dai 5 ai 12 euro e, con PIN e password, funziona da carta bancaria prepagata ricaricabile: il titolare stipula il contratto con il gruppo Intesa Sanpaolo e per il prelievo agli sportelli automatici ha un limite di 500 euro giornalieri. A differenza delle altre card, tra le cause ostative della black list non c'è la Legge 1423 del 1956 (diffida del per ozio, vagabondaggio, droga e sfruttamento prostituzione) ma solo DASPO e condanna per reati da stadio. Ma i gruppi organizzati della Curva Andrea Costa non si abbonano: “Sarà la dimostrazione di come la curva, coerentemente alle lotte portate avanti contro il calcio moderno, le pay-tv, la repressione ed il business, ne vuole uscire a testa alta e non limitarsi a fare la marionetta. Cercheremo di essere sempre presenti in casa ed in trasferta nei settori che troveremo disponibili, perché il sostegno alla squadra non dovrà mai mancare, convinti che questi sacrifici siano necessari per ridare in mano il calcio ai sentimenti”.

BRESCIA

Nemmeno la Curva Nord si tessera. Lo chiarisce Diego Piccinelli, portavoce degli Ultras Brescia 1911: “La tessera del tifoso è un'imposizione, una soluzione caduta dall'alto. Si tratta dell'ennesima soluzione sbagliata che allontanerà i tifosi dallo stadio. Il messaggio che sta uscendo è poi discriminante e sbagliato. Sembra che chi non aderisce sia un violento. Non si capisce invece che in palio non c'è una partita per la coreografia migliore, ma la dignità di ogni cittadino, che non vuole entrare in uno stadio consapevole di essere stato schedato. La tessera trasformerà i tifosi in clienti, con molti doveri e pochi diritti. Dietro la maschera della sicurezza si nasconde un valore economico”. Le neo-promosse rondinelle hanno Cuore Biancazzurro, ma in fretta e furia corrono ai ripari per garantire l'agibilità dello Stadio Rigamonti: “Stiamo lavorando in modo serrato”, dice l'Assessore comunale ai lavori pubblici. Si stima oltre un milione di euro per un restyling da Serie A e l'installazione di 4 tornelli, comprati nel 2005 (Decreto Pisanu) ma da nottetempo in magazzino. Si aggiungono ai 12 già esistenti.

CAGLIARI

Gratis per gli abbonati, 20 euro per i senza. “La Cagliari Card è la nuova fidelity card creata dalla Cagliari Calcio per rispondere alle recenti determinazioni dell'Osservatorio Manifestazioni Sportive e del Ministero degli Interni. Si tratta di uno strumento nuovo creato per consentire ai tifosi rossoblu di seguire il Cagliari anche nelle trasferte chiuse ai tifosi ospiti e di poter accedere allo stadio in modo più agevole tramite tornelli dedicati.” Quali accessi privilegiati? Finora al S. Elia non se ve vede l'ombra e la tifoseria rossoblù, come le altre, dubita che la tessera consentirà l'automatica visione di tutte le trasferte, comprese quelle che il CASMS giudicherà ad alto rischio. Però in molti l'hanno acquistata ugualmente e la fisiologica amputazione, almeno in Sardegna, dovrebbe contenersi in qualche centinaio di defezioni: gli irriducibili del libero pensiero di curva.

CATANIA

“Uno stadio senza tifo è molto più triste di uno stadio senza partite di calcio”. E' lo slogan che il 24 Luglio ha animato nella à etnea il raduno nazionale del tifo organizzato: oltre 400 partecipanti in rappresentanza di 60 diverse realtà, convenuti a confronto per un meeting sulla direttiva di Maroni. Netta la posizione catanese, contraria alla Cuore Rossazzurro (3.000 richieste, 10 euro ognuna, circuito MasterCard, gratis per i titolari della carta della finanziaria Agos). Annunciato un anno intero di clamoroso boicottaggio. Tutti fuori il Massimino: “Gli ultras catanesi dicono no alla tessera e hanno deciso di alzare un muro contro chi ci vuole privare della nostra libertà: per questo a Catania è stato deciso, con non poca tristezza, che oltre a non tesserarsi per l'intera stagione, verranno sospese tutte le attività legate al tifo. Il tutto si trasferirà all'esterno dell'impianto. Ci teniamo, inoltre, a precisare che la nostra non è una resa, ma un modo civile per dire no a chi ci vuole cancellare”.

CESENA

Tra i piccoli club, l'ufficio marketing che più di altri non s'è fatto trovare impreparato. Ha cavalcato per tempo il nuovo business, diversificando l'offerta di servizi per i titolari della Cesena Card: carta di credito prepagata ricaricabile gestita dalla Banca Romagna Cooperativa, programmi loyalty nel circuito Cesena Shop, accesso internet e creazione di mini siti web, streaming e wap per guardare sul cellulare le interviste ai beniamini bianconeri. Ma anche autocertificazione alla per l'assenza di carichi pendenti e condanne penali, oltre a DASPO e solite cause restrittive. “No alla tessera!”, scenografia con migliaia di cartoncini e linea di condotta della Curva Mare, avvalorata da un dibattito in Palazzo del
: “Chiediamo al Cesena e al Presidente Campedelli di permettere ai tifosi di usufruire del meccanismo di prelazione già adottato dalle tifoserie di e Sampdoria. Ribadiamo la nostra intenzione di seguire e sostenere sempre e comunque il nostro Cesena, senza però rinunciare alla nostra dignità”.

CHIEVO VERONA

Si chiama Noi del Chievo Card e i clivensi gli hanno dedicato pure un sito web. Insieme al Sassuolo (Serie B), il Chievo è l'unico ad aver riportato sul modulo d’adesione l'uso dell'RFID, il micro-chip con tecnologia di identificazione a radio frequenza a distanza installato nelle fidelity card, per cui il Garante della Privacy già nel 2005 prescrisse necessarie clausole di legittimità e informativa, invero eluse nella totalità dei contratti. A tutela del trattamento dei dati personali, l'Associazione Difesa Consumatori Sportivi è ricorsa al garante, ma il gruppo dei North Side 1994 ha comunque aderito al progetto: “Siamo nati per sostenere il Chievo, siamo nati per tifare in casa e in trasferta. Riteniamo la tessera del tifoso arbitraria ed una grave restrizione della libertà personale. Però non troviamo soluzioni diverse da quella di sottoscrivere, nostro malgrado, questa assurda tessera e quindi rinnovare anche l'abbonamento. Da sempre l'unica battaglia, essere sempre al fianco della nostra maglia!”



Orgoglio Viola della discordia, nonostante le 18.000 richieste di partecipazione e gli accordi tra fratelli Della Valle, aziende emettitrici (Intesa Sanpaolo e Banca Cassa Risparmio Firenze) e (Modello Firenze è lo slogan dell'ex Tagliente, fautore di un dialogo legalitario con alcuni tifosi della Curva Fiesole). Il dettagliatissimo regolamento d'uso dello Stadio Franchi sembra però una mannaia penzolante, pronta a colpire arbitrariamente quando meno te l’aspetti: come per i sottoposti a DASPO, perderanno la tessera del tifoso quanti sosteranno in prossimità di passaggi, ingressi e uscite dell’impianto, quanti si attarderanno nei corridoi dello stadio o ne deturperanno la struttura, oppure quanti intimoriranno arbitro e avversari o anche solo getteranno spazzatura fuori dagli appositi contenitori. Parte della Fiesole ha aderito al programma e il Collettivo Autonomo Viola si rifiutò di sfilare in corteo a Roma il 14 Novembre 2009 nella marcia nazionale promossa dal fronte del “No alla tessera”. Ma il blocco fiorentino non è comunque unito: diversi striscioni anti-tessera sono apparsi in à, mentre lo storico gruppo Ultras Viola 1973 si è sciolto: “Siamo arrivati a questa decisione perché non esistono più i presupposti per portare avanti un gruppo di tifosi organizzati. Tra leggi, restrizioni e la tessera del tifoso, il movimento ultras è finito”. Nello stadio del rione San Frediano ieri sera c'è stato un dibattito aperto a tutti. Tema: “Svuotamento del Franchi e tessera: favorevoli e contrari a confronto”.



Dalla Lanterna giungono i risultati migliori del dialogo tra società e tifosi, frutto di un percorso senza imposizioni né ricatti. Buon senso comune cerca di arginare una prevedibile emorragia di presenze a Marassi. Il club di ha DNA , non sottoscrivibile ad agosto (toccata già quota 15.000). Ma per i dissidenti del movimentismo organizzato della Gradinata Nord c'è una strada rivoluzionaria, alternativa alla carta caldeggiata da Maroni. “La tifoseria organizzata del ribadisce la propria netta e ferma opposizione alla schedatura di massa dei supporters calcistici. Sperando che la nostra sia ancora una democrazia nella quale sia possibile fare cose semplici e antiche come andare allo stadio a vedere una partita di calcio senza dover sottostare a soffocanti burocrazie, invitiamo tutti i tifosi del ad avvalersi della facoltà concessa dalla società di utilizzare l’abbonamento della stagione 2009/2010 come diritto di prelazione per poter acquistare il biglietto del proprio settore”. Sulla scia dell’Inghilterra, dove la facoltativa tessera del tifoso non è obbligatoria per l'abbonamento ma funzione da priority card per l'acquisto di biglietti in prevendita.

INTERNAZIONALE

I latini la definirebbero una coincidentia oppositorum. L'Inter Campione d'Europa è stata tra le prime a dotarsi della tessera del tifoso, la Siamo Noi, Banca Popolare di Milano, circuito MasterCard, 10 euro. La Curva Nord 1969 è tra le prime (e sinora l'unica se intesa come unità di gruppi di una sola curva) ad aver sposato la tessera, seppur con riserva. Un accoglimento diffidente, pronunciato a bocca storta ma criticato ugualmente dal resto del panorama del tifo nazionale. A Milano vanno dritti per la loro strada, certi della scelta che non abbandona il campo: “Non sentiamo il bisogno di essere definiti tifosi ufficiali e non sentiamo il bisogno di farci imporre una carta di credito per assistere alle gare in trasferta della nostra squadra. Ci interessa unicamente seguire l’Inter senza dover essere costretti a dimostrare di avere la fedina penale pulita, quasi dovessimo accedere ad un concorso per entrare in Polizia o in Magistratura. Del resto, che ormai gli stadi siano divenuti una specie di zona franca ed i tifosi cittadini di serie B, per il controllo dei quali è possibile porre in essere leggi speciali al di fuori di qualsiasi garanzia costituzionale, è da tempo principio assodato. La tessera del tifoso non rappresenta pertanto che l’ultima invenzione in questo senso che, ancora una volta, sta a confermare l’assoluto fallimento di una politica di repressione posta in essere dalle Istituzioni. Tuttavia il nostro primo obiettivo, ancora oggi dopo quarantuno anni, è quello di sostenere l’FC Internazionale ad ogni costo. La nostra sarà una battaglia e una lotta alla sopravvivenza che intendiamo continuare tutti insieme proprio dove non ci vogliono: dentro lo stadio! ”



Member è il programma della squadra più scudettata d’Italia. Tre versioni: Stadium (Visa Electron), Premium (Carta SI, gratis per abbonati, 42 euro agli altri) e International (residenti all’estero), una segmentazione orientata al modello marketing del calcio inglese: per i 11.400 fedeli sottoscrizione di un codice etico, prelazione nella prevendita di biglietti, community dedicata sui forum internet, eventi con i giocatori, foto autografate e sconti sul merchandising. I Drughi Bianconeri della di Torino hanno adottato una terza via, né favorevole, né contraria: “ogni nostro tesserato è libero di prendere la decisione che riterrà più opportuna, non ci saranno imposizioni ne da una parte ne dall’altra, ma consigliamo comunque a tutti di documentarsi a 360° prima di fare scelte affrettate ed azzardate”. Diversa la posizione dei Drughi sezione Roma: “Questo gruppo non aderisce alla tessera del tifoso”.

LAZIO

Non basta la pubblicità del Marc’Aurelio in Campidoglio, sciarpa laziale al collo: Millenovecento (emessa da Poste Italiane, circuito MasterCard) ha numeri impressionanti, da minimo storico. Appena 1.600 richieste contro i 27.000 abbonati dell’anno scorso e i 40.000 dell’era Mancini. L’Olimpico è a serio rischio diserzione. La tessera del tifoso è aggravata dall’estenuante contestazione alla presidenza Lotito. La piazza romana è stanca di questa gestione e la Curva Nord contesta con modalità radicale anche l’iniziativa Maroni: no alla tessera e no al biglietto. In pratica: basta con lo stadio! “Noi siamo ultras da sempre! E lo siamo in quanto individui che amano la libertà. Un tempo il sistema tolse i giovani dalle piazze e li mise in uno stadio per controllarli e circoscrivere la loro voglia di ribellione. Oggi quello stesso sistema ha completamente debellato le aggregazioni giovanili di massa per le strade delle nostre à. Non spariremo, perché la Lazio siamo noi. Semplicemente non saremo più lì”. Stessa analisi, ma diversa sintesi, per il Sodalizio della Tribuna Tevere: “non ci tessereremo e non faremo la tessera del tifoso. Proponiamo alla Lazio di garantire ai vecchi abbonati il diritto di prelazione a prezzo bloccato sui biglietti casalinghi. Questa richiesta è il nostro urlo d’amore per difendere la dignità e la coscienza del tifoso laziale”.

LECCE

“Contro il vostro calcio-controllo, ultrà Lecce rifiuta la tessera”. Il testo del volantino, rinvenuto tra le vie barocche della à salentina, che rigetta l’US Lecce Card (VISA Electron) nonostante la diano gratis con l’abbonamento nell’anno della riconquistata promozione: “invitiamo tutti quanti hanno a cuore il mondo ultras e la propria libertà personale a non aderire, rifiutando una schedatura forzata. Siamo disposti a seguire i nostri colori – sia in casa che fuori – anche rimanendo fuori dallo stadio”. Ma il Presidente giallorosso Semeraro ha comunque teso la mano al pubblico più caldo, offrendo ai senza tessera l’opzione della prelazione sui biglietti. Come e Samp: “non entriamo nel merito della vicenda ma vogliamo salvaguardare i nostri tifosi che, in tutta libertà, rinunciano alla sottoscrizione dell’abbonamento a causa della tessera del tifoso. Di più non possiamo fare”.

MILAN

Oltre 200.000 card postalizzate gratuitamente un anno fa. Poi l’errore dell’assenza di foto, codice a barre e micro-chip RFID. E l’annullamento ai sottoposti a DASPO o condanne per reati da stadio, con tanto di lettera di scuse per la svista. Infine la nuova Cuore Rossonero, carta multifunzionale Intesa Sanpaolo, circuito Maestro. E’ una ricaricabile con l’attribuzione di “Punti Stella”, secondo la logica “più spendi, più sei tifoso” ma pure del riconoscimento della militanza da stadio, divisa per 3 fasce di provenienza geografica: vieni regolarmente a San Siro da Sicilia o Calabria? In omaggio 950 stelle. Sei lombardo e segui solo 3 gare di League? Solo 60 stelle. E da qui privilegi e sconti del 15% al Milan Megastore. Il sito dell’Alternativa Rossonera pubblicizza la tessera del tifoso. Su quello della Milano invece non se ne parla ma Giancarlo Capelli, alias “Barone” per la Sud, si oppone al progetto già fallito nell’ingombrante precedente di -Milan del 9 Maggio 2010. Tessera del tifoso alla mano, 371 milanisti rinunciarono alla trasferta di Marassi. Il Prefetto ligure optò per le porte chiuse, motivi d’ordine pubblico.



Poste Italiane ha l’esclusiva della vendita della tessera del tifoso azzurro. Si parte. Anzi, no: al primo giorno di emissione in tilt, non per ressa da folla. Gli uffici postali hanno chiuso, congelando ogni procedura, richiamando uno per uno i primi sottoscrittori, invitati a ritirarsi le pratiche. E intanto la à è tappezzata da volantini, manifesti, scritte e striscioni di opposizione: “napoletani, non ci abboniamo, non ci tesseriamo. Firmato Curva A”, “dal 1979 preferiamo essere, vaffanculo tessere, firmato Fedayn”. Dalla Procura partenopea giungono segnali inquietanti e un magistrato ha addirittura proposto di estendere il DASPO ai camorristi: “ultrà non sempre è sinonimo di criminale, ma a certi gruppi camorristici non sono estranei alla gestione delle attività illecite che ruotano attorno allo stadio”. Nonostante le critiche, la teoria del procuratore Giovanni Melillo suona come un innalzamento del livello di guardia (e di repressione): “il Daspo dovrebbe poter essere applicato anche a quanti, pur non essendo stati protagonisti diretti di comportamenti violenti negli stadi, abbiano riportato condanne, anche non definitive, per gravi delitti: rapina, estorsione, traffico di stupefacenti e, in generale, reati di criminalità organizzata”.




PALERMO

“La tessera del tifoso è un ricatto, un’intimidazione vera e propria del Ministro Maroni. Certi poliziotti non vedono l’ora di menare le mani. L’Italia è uno stato di Polizia. I governanti conoscono solo le limitazioni della libertà”. Sono le scoppiettanti parole di Maurizio Zamparini, Presidente dissidente del Palermo, promotore a malincuore della Goal Member, 5 anni di validità, 10 euro, circuito VISA Electron, diffusione gestita dalla List Ticket del gruppo Lottomatica, 30 giorni di visione gratuita della pay per view Dahlia TV. Emulando l’azzurro , il fantasista Miccoli ha definito la tessera “una cazzata”, ma i suoi tifosi si sono però divisi: le Brigate Rosanero la sottoscrivono (“non piace a nessuno, ma la faremo”, ha detto il responsabile Salvo Giordano) e sinora si contano 10.000 richieste, tra cui si autoescludono i ragazzi dei Warriors, che abdicano l’abbonamento per l’acquisto di biglietti in ogni singola gara.

PARMA

Blu, tessera del tifoso con anomalia etica: insieme alla Samp, è l’unica senza banca. Il Presidente Ghirardi ha sposato il male minore: “le banche restano fuori. Non speculeremo. Non faremo accordi con banche: nessuno pensi che il Parma si arricchisca sulla pelle dei tifosi”. Perché in realtà la carta di credito Parma Agos Ducato già c’è e non ha voluto replicare un prodotto esistente. In Emilia c’è una tifoseria tra le più consapevoli e sensibili al tema, trattato in dibattiti pubblici, interventi tv, striscioni e volantini. I Boys non si abbonano: “Discordia, perché la tessera del tifoso non mette d’accordo chi è pro e chi è contro, anzi il rischio è che si venga a creare una spaccatura, cosa che bisogna evitare fra tifosi. Si esce sconfitti sia con la tessera in tasca che non. Noi però non vogliamo piegarci e rimaniamo noi stessi. Sicuramente il tifo si può fare con o senza abbonamento in tasca. Per tifare ci vuole la presenza, la voce, le mani, il colore e la passione. Per essere tifosi basta solamente dirlo. Per essere spettatori basta guardare la partita: anche da abbonati”.

ROMA

Striscioni di dissenso issati sul Grande Raccordo Anulare, tam-tam radiofonico ininterrotto, manifestazione a Trigoria, disobbedienza civile con raccolta di vecchi abbonamenti. La è mobilitata contro l’AS Roma Club Privilege (VISA Electron, 15 euro), già nel nome in contrasto con benefici e privilegi tra società e tifosi vietati dalla legge del 2007 post-Raciti e dal Codice di Giustizia Sportiva FIGC. La Sensi voleva estenderla pure ai giornalisti, Ordine e sindacato si sono opposti e l’idea è tramontata. Ma non le polemiche: i favorevolisti (sinora meno di 15.000) sono stati invitati ad abbonarsi al di fuori del settore più caldo: “Tutti i gruppi della Sud continueranno a seguire la squadra in casa e in trasferta ogni qualvolta ci sarà anche un solo spiraglio per farlo. Tutti i tifosi, anche non appartenenti ai gruppi, che hanno deciso di dire no alla tessera del tifoso avranno la possibilità di unirsi alla nostra lotta e continuare ad andare allo stadio da persone libere. Invitiamo chi ha già aderito alla tessera a rispettare la storia e la tradizione della nostra prendendo posto in settori dello stadio diversi da quest’ultimo.

SAMPDORIA

Nonostante l’offerta di risparmio per telefonia, rifornimento benzina ERG (sponsor ufficiale) e l’opzione della carta ERG Più, le 15.000 Samp Card sinora staccate sono lontane dai 20.402 abbonati del 2009/10. E la società, parola del Sergio Gasparin, l’ha capito bene: “Per coloro che non la sottoscriveranno, nel rispetto di chi, in tanti anni, è stato vicino ai nostri colori, abbiamo deciso, in occasione di ogni partita interna, di garantire un periodo di prelazione per l’acquisto dei tagliandi dello stesso posto e settore in cui erano abbonati nella stagione scorsa”. Una vittoria degli Ultras Tito Cucchiaroni, in Gradinata Sud dal lontano 1969: “Il prossimo anno saremo ancora lì, su quegli stessi gradoni che ci hanno visto crescere, soffrire, urlare, esultare, piangere. Contro chi ci voleva divisi, contro chi voleva abbattere la nostra voglia di aggregazione, il nostro modo di essere, la nostra storia e tradizione. Contro di loro e la loro maledetta tessera si è alzato forte, chiaro, deciso, e categorico il nostro NO! Il prossimo anno acquisteremo di domenica in domenica il biglietto. Avremo tre giorni di prelazione per l’acquisto, diritto che ci siamo guadagnati negli anni, sempre al fianco della Sampdoria, abbonandoci sempre e comunque. Un diritto garantito nella stessa maniera a tutti coloro che erano abbonati in qualsiasi settore dello stadio e che hanno scelto di dire, come noi, NO alla tessera del tifoso. Abbiamo avuto la conferma che le battaglie si vincono restando uniti, credendo profondamente in ciò per cui si combatte. Nessuno potrà mai incatenare la nostra fede. Rimbombi ovunque il nostro urlo di libertà!”




UDINESE

Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, gruppo Intesa Sanpaolo, è l’emettitrice di Udinese My Passion, meno di 2.000 richieste, ricaricabile PayPass di MasterCard, 18 euro extra abbonamento, 2 euro per ogni singolo prelievo in altre banche. L’Associazione Udinese Club e gli ultras delle Zebrette hanno chiesto di uscire dal programma tessera del tifoso usufruendo del diritto di priorità sui biglietti: “la mia libertà a 3 euro”, lo slogan coniato sul costo della prelazione. La società di Pozzo deve ancora rispondere. Intanto dal confronto nel Parco del Cormor è emersa la volontà dei ragazzi della Curva Nord di non tesserarsi. Sul sito dei Friulani al Seguito c’è un sarcastico fotomontaggio di immagini: stadio col pubblico, stadio senza pubblico. E’ l’ipotesi (chissà quanto remota) di un prima e dopo l’introduzione della tessera del tifoso.

E POI…

Staremo a vedere. Tra un mese inizia la nuova Serie A, spalmata con partite al venerdì, sabato, domenica alle 12:30, lunedì sera, telecamere negli spogliatoi e interviste nell'intervallo tra i due tempi di gioco. Prima di andare al mare, negli anni ’70 si faceva a gara per pronosticare l’autunno caldo. A partire dagli anticipi del 28 Agosto, si è praticamente certi di un Campionato caldissimo. E non certo per colpa di un’insolazione da spiaggia senza ombrellone…