Vendesi Roma

10/07/2010 12:38

NUOVA SOCIETÀ - È stata costituita una nuova società chiamata semplicemente Roma, in cui verrà trasferito il 67% posseduto dai Sensi nell’As Roma e che avrà come obiettivo prioritario la vendita della quota nel club calcistico. E così dopo 17 anni alla guida dei giallorossi i Sensi si avviano verso la porta anche se, fino all’arrivo della nuova proprietà Rosella avrà la gestione del club. Il consiglio d’amministrazione della nuova Roma sarà composto da tre consiglieri: uno in rappresentanza della famiglia Sensi e uno di UniCredit, il terzo invece sarà il presidente, Attilio Zimatore, un professionista indipendente. Se la Sensi avesse rifiutato l’offerta messa sul tavolo da UniCredit, spiegano gli addetti ai lavori, il collegio arbitrale chiamato a decidere, avrebbe dato ragione sicuramente alla banca milanese e Italpetroli sarebbe fallita, visto che la società di revisione e i sindaci non avrebbero firmato il bilancio.

QUEL CHE RESTA...- In questo modo, invece, dopo aver estinto l’80% del debito, a Italpetroli rimarranno asset (immobiliari) per un valore stimato fra venti e trenta milioni circa che garantiranno la continuità aziendale. Tra le attività che resteranno l’immobile di prestigio sede del gruppo, Villa Pacelli sull’Aurelia vicino al Vaticano, alcuni alberghi.

RICAVI DIMINUITI - Il compito di raccogliere le manifestazioni d’interesse per l’acquisto della società (ci sono voci insistenti di una cordata in pole position) è stato affidato alla banca Rotschild che dovrà partire da dove Rosella Sensi si era fermata. Due anni fa gli intermediari di George Soros (mai apparso ufficialmente nella trattativa) avevano offerto 283 milioni per il 100% della società, Rosella giocò al rialzo, i rappresentanti del finanziere si ritirarono. In Borsa l’intero club vale circa 120 milioni ma i conti della squadra non sono floridi. Nei primi nove mesi dell’esercizio 2009-2010, da luglio fino al 31 marzo scorso, i ricavi consolidati sono diminuiti dell’8,7% a 108,2 milioni. Il risultato netto di competenza è in rosso per 2,43 milioni (c’era un utile di 7,28 milioni l’anno precedente). Questa situazione dimostra che nel futuro della Roma è necessario un robusto aumento di capitale. Il patrimonio netto consolidato al 31 marzo era di appena 6,56 milioni. Oppure sarà necessario tagliare le spese per i calciatori e tutto il personale (salite da 70,6 a 71,6 milioni nei primi nove mesi dell’esercizio) o vendere i calciatori più pregiati. Una scelta, ovviamente che non è nell’interesse della nuova proprietà.