Buona fortuna campioni giallorossi!

20/08/2010 14:28

Milano a me non dispiace, come à. L’ho molto amata, anche perchè i miei nonni materni si erano trasferiti lì per lavoro. Ora, ogni volta che devo andarci, seguo attentamente una prassi propiziatoria. Percorro a piedi la strada che porta dalla Stazione Centrale a via Solferino, passando per via della Moscova. E all’altezza di Garibaldi prendo la metro.

Domani sera lo farò solo virtualmente su Google Maps. Devo stare qui dentro. Voglio stare qui dentro, in queste pagine, tra queste fotografie, con il profumo della mia à che sale dalla strada e si impagina da solo tra occhielli e sommari. Urlerò, imprecherò, piangerò di rabbia, e di gioia insieme alla ciurma del Romanista. Tra un pezzo di pizza e una "biretta". Il calippo però no. Il calippo spero proprio che se lo becchino i nerazzurri a questo giro.

L’enorme quadro regalatomi, e che fa bella mostra di se nella stanza, ha aperto una stagione fortunata nel 2010. E’ dipinta una lunga strada giallorossa che si addentra nel deserto americano con la Monument Valley sulla destra, al confine tra Utah e Arizona, e un grande sole giallo inserito in un cielo rosso fuoco. Oltre il Pc, indica il nostro percorso. La nostra necessità di dipingere di questi colori tutto il mondo. E a sentire questo bisogno sono in migliaia. Tanti infatti sono i nostri fratelli in marcia verso gli anelli di San Siro (Meazza ve l’ho già detto una volta chiamatecelo voi, che siete giovani). Che si comportino bene. Che ci rendano orgogliosi di averli inviati come rappresentanti indispensabili di una fede e di un popolo.

Io resterò qui in ginocchio. In adorazione di In apprensione per i repentini cambi di direzione di Pizarro. In estasi per la maestosità dei gesti di . In attesa di una serpentina giusta di Menez e di una discesa con triangolazione vincente di Riise. E con gli occhi che non aspettano altro che di riempirsi di immagini di Adriano Leite Ribeiro, l’Imperatore, asciugatosi ai 40° estivi della penisola italiana. Affido alla sua saggezza di ex il cuoio necessario a far saltare in aria quel ciuffo da eterno giovinastro che, sia pur ingrigito, alberga sulla fronte di Moratti. Spegnergli il sorriso sarcastico. Ingobbirgli la giacca. Fargli crollare ai piedi l’ennesima sigaretta sempre accesa tra le labbra.

Sarà una partita dura, nervosa, e probabilmente cattiva. Come può essere tra due squadre ancora non in forma e, di conseguenza, con giocatori in ritardo di preparazione e di fiato. Con falli commessi, per questo motivo, e pieni di entrate in ritardo sul pallone. Fischi? Ce ne saranno. Per noi, che siamo diventati sempre più temibili e forti. Per Roma strafottente e sempre pronta alla battuta. Roma caciarona e cordiale. Simpatica e calda. Inimitabile, come il dialetto romanesco. Avete sentito quant’è ridicolo un milanese che prova a parlare in romanesco? Esilarante. Mentre a chiunque di noi "Caro il mio Carugatti" ci viene semplice stringere le "e" a culo di gallina. Ecco. A proposito. Ci vorrebbe un po’ di culo, oltre alla grande capacità tecnica dimostrata nel campionato 2009- 2010. Quello in effetti ci manca. Sono anni che se ne sta tutto al nord, infrattato tra le nebbie, le piogge mattutine e gli arbitraggi padani. Insensibile a una semplice e sana alternanza al governo bendato del calcio. E’ ora che il vento cambi. Buona fortuna campioni!