Burdisso al futuro

01/08/2010 11:34



Burdissino, secondo le relazioni di Carlo Jacomuzzi, l’osservatore che nel 1990 convinse la Roma a prendere un certo Aldair, ha un fisico imponente (sfiora i 190 centimetri) ma, nonostante questo, ha una grande rapidità di gambe che gli consente di marcare anche avversari che hanno un fisico più minuto del suo. Gioca in mezzo alla difesa, di testa le prende quasi tutte lui (anche in fase d’attacco, specie sulle palle inattive), è bravo nelle chiusure laterali e ama andare a marcare in avanti, cioè aggredendo la palla, non aspettando che arrivi sui piedi del proprio avversario. Una ragazzone di talento, insomma, sul quale si può lavorare perchè le basi ci sono. E poi ha una mentalità rosarina, cioè di Rosario, à del nord dell’Argentina, dove la gente ama lavorare ed è poco incline a feste e bagordi. Un bravo ragazzo, serio in campo e fuori come il fratello Nicolas; un calciatore che, a differenza degli argentini del sud, non ama girare con i capelli lunghi e tatuaggi su tutto il corpo.


Al sito argentino Ole.com, Guillermo ieri ha parlato da romanista. «Sono sempre rimasto tranquillo, sperando che si potesse trovare un accordo e ora sono felice. Potevo andare al San Lorenzo, un grande club. Ma avevo detto che in caso di cessione dal Central volevo andare solo all’estero. Mio fratello? Nico sta trattando il suo futuro. Si allena con l’Inter, ma speriamo di poter condividere il club e recuperare tutto il tempo perso lontani l’uno dall’altro, come veri fratelli», le sue parole. Ma per l’acquisto di Burdisso senior, forse, si dovrà aspettare dopo la Supercoppa.

Nato ad Altos de Chipion, in provincia di Cordoba, Burdissino ha iniziato a giocare nell’Atletico Los Andes, poi nel 2006 viene tesserato da El Porvenir (squadra di un sobborgo di Buenos Aires), giocando 3 partite e segnando 2 gol. Nell’estate del 2008 passa al River Plate, senza però giocare mai. Nel 2009 arriva al Rosario Central e esordisce nel Clausura 2009 il 27 febbraio in una gara persa 3-1 contro il Banfield, ma segnando il suo primo gol. Guillermo, che come il fratello Nicolas, ha il doppio passaporto argentino e italiano, si mette in evidenza nel Torneo di Apertura del 2009: diciannove presenze e due gol contro il River Plate e l’Atletico Tucuman. E successivamente conferma tutte le sue qualità, anche se alla fine del Clausura 2010 il Rosario non è riuscito ad avitare la retrocessione.

In carriera è stato espulso due volte: la prima per un fallo su Pastore, oggi al Palermo, in Rosario-Huracan (febbraio 2009) e un’altra per doppia ammonizione, lo scorso 27 febbraio nella gara con il Colon (1-1) a Santa Fe ma, raccontano, solo per un errore dell’arbitro che ha scambiato Guillermo con un altro difensore. In nazionale ha giocato una volta (Argentina-Costa Rica del 27 gennaio 2010 3-2, amichevole) segnando il secondo gol della squadra di Diego Armando Maradona.

Dal suo ufficio di Trigoria, Daniele Pradè anche ieri (e lo stesso farà oggi) ha continuato il suo lavoro diplomatico con i dirigenti del Rosario Central. Tutto per arrivare, il più in fretta possibile, alla definizione completa della trattativa (prevista per metà settimana). Le basi dell’accordo tra la Roma e il club argentino si vanno via delineando: prestito e diritto di riscatto. Un’operazione che alla Roma costerà subito 750 mila euro e poi, eventualmente, quattro o quattro milioni e mezzo di euro, pagabili in comode rate. A Guillermo verrà fatto un contratto di quattro anni, con stipendio in linea con la sua giovane età.