Il Moratti, il suo ombrello... e i ladri romanisti

23/08/2010 11:46

Due stili dunque. Opposti. Come sono la filosofia di vita e l’idea del calcio di queste due à. La provocazione e lo sfottò costano cari solo a . Tutti gli altri la fanno franca. Eppure, in uno Stadio infuocato, dove l’ordine pubblico è così marginale da permettere la convivenza di tifosi interisti e romanisti gomito a gomito ( ma non era proibito?) e lanci di oggetti sulla testa degli ospiti giallorossi dall’anello superiore, un certo fair play sarebbe consigliabile. O no? Evidentemente no. E allora lasciamo perdere. E pensiamo a noi. Ai nostri tifosi. Anzi a minima parte di loro. Trecento imbecilli ( ma dobbiamo smetterla di cavarcela con la solita lavata di capo o di cercare un alibi nei piccoli numeri) su 15mila in viaggio per San Siro. Ladri in autostrada, vandali d’Autogrill, sponsor autentici della tessera del tifoso. Perchè di questo si tratta. Nell’ultimo "fuori casa" consentito hanno devastato e rubato, sia nel percorso d’andata che in quello di ritorno, alcune aree di servizio. E sono stati identificati. Eran Trecento, eran giovani e forti, e son contorti. Nella mente. E nelle convinzioni. E’ a loro che dobbiamo la schedatura del tifoso. Come dobbiamo a chi si ubriaca e si droga mettendosi poi al volante, il non poter bere mezzo bicchiere di vino quando andiamo a cena fuori. Pochi condizionano la libertà di tanti. E il sistema ci specula sopra.