Losi: «De Rossi capitano Italia. Io battezzai Gianni Rivera»

11/08/2010 11:20

Cosa ricorda di quel giorno?

«Fu una grandissima emozione: la fascia di capitano della Nazionale era il punto di arrivo di una carriera. Ci preparavamo al Mondiale del 1962 che purtroppo non andò bene».

Oggi il rapporto tra i giocatori e la Nazionale sembra cambiato.

«Sembra come se qualcuno la prenda sotto gamba. Molti rinunciano, altri tornano a casa al primo acciacco. La Nazionale era un onore e per raggiungerla servivano tanti sacrifici».

Si rivede in ?

«Assolutamente si, soprattutto a livello comportamentale. Mi assomiglia molto nel modo di stare in campo: non molla mai, si vede che ha voglia di giocare. Anche quando non è in giornata, con il temperamento riesce a nascondere gli errori».

Ieri capitano della Nazionale, tra qualche anno anche capitano della Roma.

«Mi auguro che quel giorno arrivi il più tardi possibile, vorrà dire che sarà ancora in campo, così come mi auguro che possa rimanere a Roma a vita. Ho fatto il capitano della Roma per 10 anni: è una grande responsabilità ma ti dà una carica enorme».

Prandelli è l'uomo giusto per la rifondazione?

«Gli faccio un augurio speciale, visto che è quasi un mio concittadino (Orzinuovi e Soncino sono divise da soli 3 km, ndr).È un ragazzo intelligente e onesto. Fa giocare bene le squadre: non sarà il personaggio che fa colpo sui media, ma anche a Firenze ha dimostrato di poter ottenere grandi cose in una piazza difficile».

Il calcio italiano è in grave crisi: come uscirne?

«Puntando sui giovani, ma affiancando loro delle persone in grado di guidarli in campo e fuori. A livello tecnico, svecchiare le squadre è il primo passo: se fino a qualche anno fa l’Under 21 era il serbatoio per quella maggiore, adesso le rappresentative minori non sono più il trampolino di una volta. Le squadre sono inzuppate di stranieri».

Tra dieci giorni c'è la Supercoppa poi è campionato: l'Inter è ancora così favorita?

«Lo scorso anno la Roma ce l’aveva quasi fatta, ed è un peccato che tutto sia svanito per un paio di partite sbagliate. La conferma di tutti i grandi giocatori è un elemento importante: la mia sensazione, però, è che ripetere i risultati dello scorso anno sia difficilissimo».

Quanto cambierebbero le cose con Burdisso?

«L’Inter non lo lascerà facilmente ma, considerando anche la volontà del giocatore, speriamo che la Roma riesca a riprenderlo. È stato un elemento determinante».

Con Adriano, e Vucinic cosa c'è da aspettarsi?

«Spero che Adriano abbia messo la testa a posto: dipenderà da quello, perché le caratteristiche del fuoriclasse le ha tutte. Mi auguro che torni il grande giocatore di cui la Roma ha bisogno. Lui, e Vucinic possono fare grandissime cose».

Chi può essere il valore aggiunto in questa stagione?

«Chissà che non sia l'anno della definitiva esplosione di Menez: ha qualità che ricordano grandi giocatori del passato, mi viene in mente Zidane».