25/08/2010 12:07
Ovvero: Vucinic sè montato la testa, pensa a come segnare e non a segnare, per lui conta più la giocata da solista che non il concetto di squadra. Insomma, ci risiamo, siamo alle solite. E quellerrore contro lInter è figlio proprio di questo atteggiamento, si va dicendo da qualche giorno. Cioè, stare in campo con la testa per aria non serve a lui, tantomeno alla Roma. Ricordiamo pure la sceneggiata di Parigi? Seduto in mezzo al campo per cinque minuti dopo che larbitro non gli aveva fischiato un calcio di punizione. Questo Vucinic sembra il Vucinic finto dello spot di Sky, grasso, peloso, la controfigura di se stesso. Questa, unaltra battuta che ha fatto il giro di Roma e dintorni. E questo Vucinic sbiadito, svogliato, stravagante e inconcludente, da queste parti già lo abbiamo conosciuto, ed era quello visto fino a due anni fa: quello che si accende nella grandi sfide e che si spegne nelle banalità. La passata stagione ci ha regalato un calciatore splendido: 14 gol in campionato, tutti o quasi decisivi, ha tirato avanti la carretta da solo là davanti, visto che spesso sia Totti, sia Toni sono stati fuori per acciacchi vari. Lui, lì davanti, da solo, non si è certo depresso, anzi. Basti ricordare il derby, deciso da due sui gol: uno su rigore e uno su punizione. Si è sbloccato a ottobre e poi non si è più fermato. Che bellezza.
Finalmente continuo, come un vero fuoriclasse, si andava dicendo. A guardarlo ore non sembra nemmeno fuori condizione, tuttaltro. Corre, è fresco, in ritiro aveva dato limpressione di aver ricominciato da dove aveva finito. Invece la partita di San Siro ha fatto tornare i cattivi pensieri. Ma sarà sicuramente un caso. Anche perché, chi lo conosce, giura che sia maturato davvero, che abbia ora unaltra testa, anche perché a ottobre diventerà papà e il figlio aiuta a tracciare la linea di demarcazione tra la vita di un bambino e quella di un uomo. Accelera il processo, insomma. Lui uomo lo è comunque, visto che ha ventisette anni, ma forse come atleta è ancora un po bambino. I soldi che molte squadre europee erano pronte ad investire (la Roma gli ha lasciato il contratto firmato un anno fa, forse questo ha inciso?), laver preso a Sky il ruolo di Totti come testimonial, il sentirsi ormai un titolare (e ci mancherebbe pure) inamovibile della Roma, deve aver scatenato in lui un meccanismo strano, che lo porta ad isolarsi, a sentirsi molto personaggio, molto accentratore. Ma ai tifosi piace il calciatore Vucinic, quello dello scorso anno, interessa poco luomo tv, appunto il divo. Proprio ieri Mirko, in qualità di testimonial di Sky, è stato invitato per la presentazione dei palinsesti. E qualcosa lha detta. A partire proprio dallerroraccio di sabato: nella squadra qualcuno glielo ha fatto pesare abbastanza. «Magari me lo passano come assist per il fantacalcio...», ricordando lepisodio, Mirko ci scherza su. «Ho fatto una brutta cosa e spero di non ripeterla più. Per sessanta minuti abbiamo tenuto bene il campo, siamo riusciti a tenere testa». La Roma sì, certamente. Quella Roma che però è uscita brutalmente sconfitta. «LInter resta la prima forza del campionato. Resta la favorita, ha tanti campioni, ma anche la Roma ne ha. Sarà dura ma dovremo cercare di ripetere la passata stagione. Vedrete, sarà ancora testa a testa tra noi e lInter. La squadra rivelazione di questa stagione? «Il Genoa. Ha speso tanto ed ha acquistato ottimi giocatori». Vucinic ha superato quellincidente di percorso contro lInter, ieri è sembrato molto sorridente e di buon umore. Sa che questa può essere la stagione delle definitiva consacrazione. Si confronterà di nuovo con le big dEuropa, dove tanto aveva fatto bene con Spalletti, basti ricordare i gol di Mosca, quello al Manchester, per non parlare poi di quelli di Madrid e qui allOlimpico contro il Chelsea. Ma ad oggi lannoso equivoco torna a galla. E tutto sta capire cosa Vucinic vorrà fare da grande o se Vucinic, grande, già lo è.