03/09/2010 12:25
Cinquantanni (pensate un po: mezzo secolo) di onorata militanza romanista alle spalle mi inducono al realismo e alla cautela, e anche a qualcosa di più: andarci con i piedi di piombo, per chi ne ha viste e sofferte tante, è un dovere.
Ma qui non stiamo festeggiando solo la conferma di Burdisso e larrivo (alzi la mano chi ci avrebbe puntato mezzo euro, di Borriello, che ci consentono di affrontare il campionato e la Champions con una serenità nemmeno immaginabile solo pochi giorni fa. Il calcio (può dispiacerci, e a me spiace moltissimo, ma non cè niente da fare) sta cambiando pelle e natura. Ed era più che legittimo temere che di questo cambiamento la Roma e noi romanisti saremmo stati tra le vittime sacrificali: non è tempo di poveri ma belli e di passione che smuove le montagne, i miracoli (perché Spalletti prima e Ranieri poi questo hanno fatto: miracoli) si possono replicare una, due, tre volte ma pensare di ripeterli allinfinito è una funesta illusione.
Bene, adesso possiamo legittimamente credere che, in questo cambiamento depoca, noi abbiamo le carte per starci da protagonisti, e, quel che più conta, senza perdere lanima. Unanima che, non a caso, tuttora si incarna in Francesco Totti.
Deve essere stato in fondo anche questo convincimento, o più semplicemente questa intuizione della concreta possibilità per la Roma di passare per la cruna dellago, a spingere i Burdisso e i Borriello a dire no grazie alla Juventus, e a puntare i piedi per restare o per venire per la prima volta tra noi; e a far pensare a uno come Adriano che, se una possibilità di riscatto cè (e io continuo a credere che ci sia, eccome) è tra noi e forse soltanto tra noi che può prendere corpo. Di questo (e lo dice uno che non si è davvero mai sperticato in elogi nei suoi confronti) penso si debba essere grati a Rosella Sensi, che Borriello se lo è andato a guadagnare con una testardaggine paragonabile a quella del suo grande papà. Non so chi, alla fine, comprerà la Roma.
Il ruolo (decisivo) che nellacquisto di Borriello ha avuto Unicredit provoca (evviva) le ire leghiste. In noi suscita, oltre che vivo apprezzamento, grandi speranze. E difficile credere ci si impegni tanto per portare la Roma a livelli ancora più alti avendo in animo di rottamarla, forse, se non proprio lo sceicco arabo invocato da Totti, scenderanno in campo soggetti ben più significativi e adeguati allimpresa di molti di quelli di cui si è vociferato sin qui. Speriamo. E intanto giochiamocela. Chissà se e che cosa vinceremo. Di sicuro cè che non si sono liberati di noi. E che non se ne libereranno nemmeno negli anni a venire.