«Io vi convincerò con i fatti»

14/09/2010 10:38

Un episodio che oggi Borriello commenta così: «Un mistero, anche perché io sono sempre attento a tutto, dall’alimentazione alla scelta di cosa prendere come medicine. Non prendo nemmeno le aspirine!». I rossoneri passarono il turno, ma Borriello si limitò a guardare i compagni dalla tv. Pochi mesi dopo, il passaggio al avrebbe segnato la svolta della sua carriera. Quella relativa alla , però, è una storia ancora tutta da scrivere, visto che nella massima competizione continentale Marco è andato a segno una sola volta, il 25 novembre di un anno fa al Velodrome di Marsiglia, nell’1-1 fra Olympique e Milan. L’ultima apparizione, invece, risale al 10 marzo scorso: una notte da incubo per la squadra di Leonardo, travolta 4-0 all’Old Trafford dal Manchester United. La partita di Borriello finì al 23’ del secondo tempo, quando il tecnico lo sostituì con Inzaghi. Domani Marco ripartirà da lì. Da una gara interrotta, un verdetto da capovolgere per riscrivere il finale. Ha voglia di stupire, Borriello. Lo si è visto sin dal giorno della sua presentazione, quando l’emozione traspariva da ogni sua parola. «Non mi aspettavo davvero tutto questo entusiasmo... così mi fate montare la testa - ha detto nell’intervista rilasciata a La Roma - . Sono davvero contento di tutto l’affetto che mi hanno dimostrato i tifosi e che non fa nient’altro che caricarmi ancora di più. È una ulteriore conferma al fatto che la mia scelta di venire a Roma è stata azzeccatissima.

Ma io dubbi non ne avevo...». Nessun rimpianto per aver lasciato il Milan, ma tanta, tantissima voglia di prendersi qualche rivincita con la Roma: «Io sono così, sincero e schietto. Non mi piace fingere. Ai tifosi non servono le parole per convincerli, ma i fatti: io spero che le mie prestazioni in campo li facciano felici. Con i fan delle varie squadre in cui ho giocato non sono mai stato ruffiano: non ho mai baciato una maglia appunto per questo, ho voluto sempre mostrare il mio attaccamento solo attraverso le gare». La sfida di domani con il Bayern potrebbe essere l’occasione giusta per cominciare. «Io sto benissimo, ho fatto tutta la preparazione estiva col Milan e mi sento bene. Dal punto di vista mentale poi sono molto carico». Che la Roma fosse nel suo destino era chiaro già da tempo: «Ho iniziato a giocare in una società, che si chiama “Carioca”, che era affiliata proprio alla Roma...Ero piccolino, ma già me la cavavo bene. Pensa che c’era Bruno Conti che veniva un paio di volte all’anno al campo di allenamento a scegliere un po’ di ragazzi per i provini. Sono stato scelto almeno sei volte, arrivavo a Trigoria, ma alla fine Conti mi diceva che ero bravo ma ancora piccolo fisicamente e allora preferiva puntare su ragazzi di Roma piuttosto che farmi trasferire nella Capitale». A ben guardare, però, un legame con la Roma Marco ce l’ha inciso nella data di nascita: 18 giugno, come un altro grande attaccante giallorosso, Vincenzo Montella, e come Fabio Capello. Era una Roma da Coppa dei Campioni. Come questa.