05/09/2010 11:13
Il boicottaggio si tradurrà in un silenzio stampa sulla Roma, seguitissima a Teheran e dintorni, e in un articolo
piantato lì, sul sito della Irna, che per un mese fungerà da monito per chi oserà ancora contestare le decisioni della giustizia iraniana. Secondo lagenzia, i vertici della Roma «hanno dato sostegno alla donna iraniana condannata dal sistema giudiziario, aprendo un nuovo capitolo di interferenza politica negli affari sportivi ispirato dagli Stati Uniti».
Ma cosa ha suscitato la reazione degli organi governativi iraniani? Delle rose. Due dozzine, di un rosso acceso. Le ha fatte recapitare venerdì Totti in Campidoglio. Sono state deposte accanto ad altri due fasci di fiori inviati da Rosella Sensi, dei gladioli rosa, e dalla società, che ha donato lilium arancioni. Accusa ora lagenzia iraniana: «Questo gesto arriva mentre le istituzioni sportive internazionali come la Fifa ed il Cio hanno sempre sottolineato lindipendenza dello sport e minacciato boicottaggi nel caso in cui i governi interferissero negli affari sportivi». Secondo la Irna, «i funzionari dello sport italiano farebbero meglio, invece
di interferire nelle questioni politiche, a guardare alle violazioni dei diritti umani in alcune nazioni europee».
La Roma, peraltro, non aveva fatto altro che raccogliere lappello lanciato da AKI-Adnkronos International. Né
più né meno come il premio Nobel Rita Levi Montalcini. Alla scienziata e senatrice a vita era piaciuto parecchio lo slogan "Fiori e non pietre!", che AKI ha scelto per una mobilitazione internazionale che vede in prima fila, con oltre 100 mila firme, anche "Repubblica".
«Anche noi della grande famiglia giallorossa - avevano detto Rosella Sensi e Francesco Totti - invieremo i nostri
fiori allambasciata iraniana perché Sakineh, simbolo e martire della dignità della donna orientale, non sia uccisa
dalle pietre di una giustizia crudele». Il capitano era rimasto letteralmente sconcertato: «È inammissibile che ai
tempi nostri accadano ancora queste cose».