«Lotteremo per la Champions non per il titolo»

11/09/2010 12:03

UGUALI A qualcuno fischiano le orecchie. Ai giocatori che sono sembrati svogliati in questo inizio, e a quelli che già cominciano a preoccuparsi dello spazio che non avranno. Dice Ranieri che non è solo una questione numerica. «Certo, io posso considerare più importante uno che gioca 20 o 30 partite di uno che ne fa 50. Comunque tutti, chi più e chi meno, dovranno sentirsi ugualmente importanti. Altrimenti...». Altrimenti? « Chi non sentirà considerato, chi penserà di meritare di più, faremo in modo di venderlo a gennaio».

TU AS COMPRIS? Fischiano le orecchie a Philippe Mexes, rimasto a casa per un indurimento al polpaccio. Ranieri non lo nomina mai, ma il riferimento alle esternazioni borderline del francese in Nazionale («La Roma mi ha proposto quattro anni di contratto, ma ci devo riflettere, vorrei capire quanto giocherò») è chiarissimo, e la smentita (informale) successiva non smorza la polemica. «I giocatori che si comportano così vanno redarguiti. Quando vanno fuori si sentono figli di fiori, e invece devono ricordarsi che sono sempre figli di Roma. Con Mexes comunque non devo chiarire nulla, ci parlerà la società».

Uomini avvisati... Non è un caso questa conferenza di Ranieri, ma ha il senso generale dell’avvertimento. Ai giocatori raccomanda di rigare dritto e di ritrovare lo spirito dello scorso campionato. «Lo dimostrino sul campo». Alla società, ai tifosi, ricorda che «sì, la squadra si è rinforzata, ora non siamo più in 12-13 ma in 18-20, ma Burdisso e Borriello sono arrivati all’ultimo e quindi non abbiamo potuto programmare tutto». Non le ha mandate a dire Ranieri. Ma non è nervoso, «non mi sento sotto esame, né ho l’ansia di rinnovare il contratto, arriverà». Gli scappa da ridere. Improvvisamente, torna serio. «Il campo dove ci alleniamo è messo male, peggio dello scorso anno». Pare sia stato un fungo. Gli dice male.