29/09/2010 10:31
Domanda che resta nell'aria perché nessuno è in grado di dare una risposta. Probabilmente lo stadio della Roma è rimasto incagliato nei mille passaggi burocratici di un progetto che già allora era sembrato alquanto approssimativo, nonostante una presentazione formato maxi: c'erano tutte le autorità della città, compreso il sindaco e Marrazzo in una delle sue ultime apparizioni pubbliche prima del caso trans.
Era stata individuata l'esatta ubicazione (terreno agricolo di 130 ettari sul lato destro dell'Aurelia 500 metri dopo l'uscita del Gra di proprietà del Gruppo Sacrpellini), ma era apparso subito chiaro come l'intera zona fosse soggetta a vincoli paesaggistici e non solo: c'è sopra, tra l'altro, un'antica villa patrizia. La Roma si era rivolta a una serie di società specializzate che hanno contribuito alla stesura del progetto (la Img in primis) che avevano parlato anche di cifre sui possibili ricavi: per i soli «palchi vip» il numero era 55 milioni di euro all'anno, per un'operazione che avrebbe simulato quella del nuovo Wembley inglese. Idee rimaste tali, resta il fatto che intanto Rothschild, l'advisor incaricato da Unicredit di vendere la Roma, sta spiegando agli eventuali acquirenti che il progetto dello stadio c'è e si può fare. Perché la banca avrebbe avuto le garanzie istituzionali sulla possibilità di realizzare davvero l'impianto.
Insomma per la Roma piove sul bagnato, perché il bilancio al 30 giugno 2010 presentato l'altro ieri con un passivo di 21,8 milioni che sarà approvato dall'Assemblea ad ottobre, sta complicando non poco la vendita del club: per il quale l'advisor ora non potrà non fare uno sconti ai futuri acquirenti. Da segnalare poi che nello stesso bilancio la «questione stadio», quella che la stessa Rosella Sensi aveva definito «punto di partenza della nuova Roma», è stata relegata a pagina 24 e liquidata con un paragrafo a dir poco sconcertante. La società scrive che «è stato commissionato ad alcuni consulenti la relazione di uno studio di fattibilità dell'impianto, con conseguente screening delle aree cittadine urbane ed extraurbane per la realizzazione». Ignorando tutto ciò che era stato presentato «ufficialmente» un anno fa: stadio, costi, ricavi (seppur approssimativi) e soprattutto l'area della Massimina. Insomma tutto sembrava lì lì per esser fatto e poi è scomparso nel nulla... anche nei ricordi. E non può essere certo per colpa della legge Crimi sugli stadi: attualmente ferma in commissione cultura (è al comitato ristretto) e ha già ricevuto gli ok politici a 360 gradi (Barbaro relatore) e per la quale il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport spera di poter chiudere l'iter entro la fine dell'anno.
Già, perché aspettando che il Governo risolva problemi ben più importanti per il Paese, altri lo stadio lo hanno già fatto. Ad agosto del 2011 la Juve inaugurerà il nuovo impianto, mentre il primo settembre scorso anche il presidente Cellino ha avuto il via libera del comune di Elmas per lo stadio del Cagliari: i lavori inzieranno in primavera per inaugurarlo entro il 2011.