18/10/2010 10:44
IL MESSAGGERO (S. CARINA) -
Dopo essersi sbloccato con il Bologna, Borriello aveva promesso che non si sarebbe più fermato. Nellattesa di capire quale sarà il ruolo della Roma in questo campionato, si può certamente affermare di avere a che fare con un centravanti di parola. Da quando veste la maglia giallorossa, lattaccante ha disputato otto partite segnando 4 reti. Non serve la calcolatrice per capire come la media sia di un gol ogni due partite. Valore che si abbassa ulteriormente se si prendono in considerazione i minuti giocati (629). In questo caso lex milanista va in gol ogni 157 minuti. Niente male per un signore che dopo larrivo di Ibrahimovic a Milano, Galliani ha lasciato partire in fretta, quasi fosse diventato un terzo incomodo. La Roma ringrazia anche perché da queste prime quattro perle stagionali ha capito di avere a che fare con un calciatore che sa segnare in qualsiasi modo. Con il Bologna, aggancio splendido in corsa (lancio di Mexes) e di sinistro a superare Viviano.
A Brescia, invece, con una splendida girata di potenza in mischia. Contro il Cluj un gioiello balistico: Borriello raccoglie un lancio lunghissimo di De Rossi e - senza vedere la porta - al volo di sinistro segna un gol incredibile. Sabato, infine, lesto ad anticipare Chico e bravo nel trovare il varco giusto per superare Eduardo, vincendo così il derby degli ex con Toni.
A conti fatti, nel suo repertorio cè di tutto: reti di qualità, potenza e rapina. A voler esser pignoli mancano quelle con il colpo di testa ma con il rientro di Taddei e il prossimo di Vucinic (anche se con il Basilea il montenegrino è ancora in forte dubbio) cè da star certi che anche questo piccolo neo verrà cancellato. Quello che sorprende è la facilità con la quale si è ambientato a Roma. Ranieri, parlando di lui, un paio di settimane fa ha detto: «Se Adriano ha trovato qualche difficoltà, Marco ha sorpreso anche me. Sembra che giochi con noi da una vita, si è integrato come meglio non credevo». Il rapporto con il tecnico è buono e la dimostrazione è che da quando è arrivato nella capitale, Borriello ha giocato (praticamente) sempre. Proprio per questo motivo, qualche giorno fa (quando il calciatore è tornato dal doppio impegno con la Nazionale) lallenatore lo ha preso da parte ricordandogli come le esternazioni post-Napoli (quando il centravanti si lamentò per esser stato sostituito nella ripresa: «Non ero stanco, potevo segnare in qualsiasi momento», disse) non fossero state gradite. Per carità, nessuna ramanzina o confronto (come vanno ultimamente di moda a Trigoria), ma un voler ribadire semplicemente il rispetto dei ruoli. Borriello ha capito e a modo suo si è fatto perdonare. La prestazione con il Genoa è stata a dir poco straripante: un gol, un palo, una traversa e lassist a Brighi (con velo di Perrotta) in occasione del raddoppio giallorosso. Cosa chiedere di più? Anche il feeling con Totti cresce di partita in partita. Merito di entrambi anche se lumiltà del capitano nellaccettare di fare un passo indietro dopo che negli ultimi anni è stato invece lunico terminale offensivo non va dimenticata. Lexploit dellattaccante napoletano non è passato inosservato nemmeno a Prandelli. Il ct lo ha convocato per il doppio impegno contro lIrlanda del Nord (dove è partito titolare) e la Serbia, dimostrando di voler continuare a scommettere su di lui nella lunga corsa a Euro 2012. Ma questo a Marco non basta. A 28 anni, infatti, è conscio che questa può essere la stagione più importante, quella della definitiva consacrazione. Nellultimo giorno di mercato poteva accettare di andare a Torino, sponda Juventus. E invece, ha preferito dire di sì alla Roma: «Ho impiegato un secondo a decidere di venire qui». Guardandolo mentre felice usciva sabato sera dallOlimpico, osannato dai tifosi, sembra non essersene pentito.