23/10/2010 11:56
Quel Brescia-Roma segnò il punto di non ritorno della nostra memoria storica in fatto di arbitri: Russo di Nola, con quelle sopracciglia folte e quella faccia cupa da Patrizio Oliva dopo una sconfitta sul ring, aveva fatto impallidire persino gli spettri di Michelotti, Garcia Aranda, Frisk e Racalbuto. Ricordiamo bene i nervi saltati di Mexes, la voce spezzata dallindignazione di Pradè, il tono accorato di Rosella Sensi a Roma Channel, limbarazzo di osservatori "neutrali", si fa per dire e comunque meno che mai romanisti. Ricordiamo perché cè rimasto impresso e non dimenticheremo mai, siamo di memoria lunga e avvezzi, come romanisti, a coltivare il gusto del dettaglio, soprattutto quando si tratta dei nostri diritti e del non voler passare per scemi.
Però, ad onor del vero, ricordiamo anche perché è passato solo un mese: era il 22 di settembre, basta la memoria a breve termine per ricordarsi i soprusi di Brescia, non servono né quella degli elefanti né quella involontaria di Proust, buonanima. Meno di un mese se si tiene conto che Russo aveva già riassaggiato la Serie A la scorsa settimana, da quarto uomo in Cagliari-Inter. Tre settimane per tornare, sembra il titolo di un film minimalista, invece è solo lennesima beffa che le istituzioni del calcio, dopo che si era parlato di pene severissime, ventilando addirittura la radiazione, somministrano ai tifosi: tutti, non solo i romanisti.
Alla fine, tenuto conto delle sanzioni economiche, delle inibizioni, deferimenti e squalifiche che la Roma ha subito dopo Brescia e che hanno riguardato a vario titolo i componenti della sfera sia tecnica che dirigenziale, è facile constatare come Russo sia quello che ha pagato meno di tutti. Forse ormai va di moda, in Italia, anche per cose infinitamente più serie, che più il misfatto è grosso e più limpunità gli è direttamente proporzionale. E solo lennesima riprova. Lasciateci però dire che se di Collina paventavamo, una volta assurto a ruoli dirigenziali, una certa attenzione a logiche burocratiche, politiche e geopolitiche, da uno come Stefano Braschi, che ricordiamo arbitro scevro da condizionamenti di sorta, ci aspettavamo grande rigore e tolleranza zero su certe direzioni di gara: ci resta lo zero, visti i punti persi quella sera, soltanto un mese fa, a Brescia. Oltre alla curiosità, una volta terminata Parma-Roma, di sbirciare Genoa-Catania.