06/10/2010 11:03
Mentre nellambiente Roma si dibatte sul modulo tattico che faciliti la coesistenza degli attaccanti, il problema più pressante è il fallimentare rendimento del pacchetto arretrato - lultimo della serie A - che colloca la squadra giallorossa al penultimo posto in classifica con la miseria di cinque punti allattivo. Il primo, parziale, bilancio sulla difesa, o per meglio dire «fase difensiva», come giustamente amano precisare gli allenatori, è a dir poco inquietante.
È questa la priorità di Ranieri: proprio dalle fondamenta si dovrà ripartire per rilanciare un gruppo mortificato nelle ambizioni e nel morale. Come si spiega questa crisi? Perché Juan, Burdisso e Mexes fanno peggio dei vari Bega, Ferrario e Von Bergen? Certamente il centrocampo non garantisce adeguata copertura e la squadra non trova gli equilibri, ma è pur vero che le individualità non riescono a sopperire alle carenze del collettivo. Eppure, rispetto alla scorsa stagione, la difesa è invariata. Numericamente, anzi, le risorse sono aumentate: il quarto centrale Burdisso junior ha sostituito Andreolli; non cera Castellini come vice Riise; al posto di Cassetti giocava (raramente) Motta, mentre ora ci sono Cicinho a tempo pieno e Rosi. Lunico ad aver giocato sempre (Cluj a parte) è Juan, comunque lontano parente del calciatore ammirato dallinizio del 2010 al Mondiale. A corto di preparazione anche Nicolas Burdisso, che ha smarrito lo smalto dei giorni migliori e non sempre può tamponare le falle.
A completare il quadro, oltre alle difficoltà degli esterni e i problemi di Mexes, cè la nuova alternanza forzata Julio Sergio-Lobont, che non ha contribuito a dar sicurezza al reparto. E ora? Sinsisterà con la difesa a tre, oppure quello di Napoli resterà un esperimento fine a se stesso? Difficile, anche se Ranieri è obbligato a provarle tutte.