L’urlo del guerriero «Ora basta con le distrazioni»

19/10/2010 10:21

Rivediamo la serata con il : Burdisso spesso in barca, Juan sempre a salvarlo, l’argentino aggrappato a Toni (e dire che sembrava la controfigura del centravanti emiliano), il brasiliano costantemente in anticipo. Ed è stata solo l’ultima performance, nemmenola peggiore della stagione. Disastroso a Cagliari, dove ha quasi rovinato Conti; insufficiente a Monaco di Baviera, dove è capitolato di fronte a Klose; molto meglio contro l’Inter, spinto anche dall’orgoglio; distratto con il Cluj, tutta la partita a rincorrere Traorè; fuori posizione a , travolto pure lì; in difficoltà con il , ma almeno ha tirato fuori la grinta. Due sufficienze su sei, non è un rendimento accettabile. Non per uno che Ranieri ha chiesto come un bambino con il giocattolo preferito, facendo i capricci. Anche perché questo sfizio è costato parecchio alla Roma: tra impicci e imbrogli venti milioni.

Guàrdate com’eri... Certo, tutto esattamente in linea con il rendimento della squadra e del reparto, un’allegra e scanzonata banda del buco. Irriconoscibile rispetto ad un anno fa. «Non abbiamo ancora risolto i nostri problemi, dobbiamo crescere tantissimo — ammette lo stesso Burdisso , dobbiamo pensare a come eravamo qualche mese fa e a come siamo ora. La differenza si nota». Guàrdate come eri, guàrdate come sei... direbbe Il Finocchiaro di Compagni di scuola. E in effetti questa la Roma pare ancora la zia di se stessa. «Eppure lo spirito con cui scendiamo in campo e i meccanismi difensivi sono gli stessi dello scorso campionato, ve lo assicuro. Forse quest’anno siamo più distratti...». Il che è inquietante, perché aprirebbe una serie di considerazioni su altri meccanismi della Roma, che da qualche tempo devono funzionare ancor meno di quelli visti sul campo.

Una parola sola «Ma ora c’è la ...». Già, parliamone. «Secondo me la Roma è tra le prime dieci squadre in Europa». Bum. Che, poi, per come doveva partire la stagione — i sogni, lo scudetto, i grandi traguardi — un posto nella top ten forse non sarebbe neppure bastato. Burdisso, pentito di aver sbattuto così a lungo i piedini per tornare alla Roma? «No, per niente: le avevo dato la mia parola, era giusto che la onorassi». Tutto di un pezzo.