Laboratorio Roma

17/10/2010 01:45



L’assetto ritrovato. Il sistema di gioco è quello che l’allenatore conosce meglio: con il 4-4-2, semplice e scolastico, la Roma rischia meno. Anche perché Ranieri ha chiesto e ottenuto più prudenza ai giocatori. Non è questione di testa e quindi di attenzione. I terzini, ad esempio, non scendono più. Due linee basse davanti a , cioè difensori e centrocampisti a far muro, due attaccanti, e Borriello, a occuparsi della profondità e della realizzazione. L’azione si accompagna al massimo con quattro uomini, dimentichiamoci i sei o sette del passato, anche il più recente. Taddei e Perrotta hanno corsa e possono farlo, se manca uno dei due, si dovrà sforzare Menez o, come si è visto nel finale contro il , un altro terzino, spostato a centrocampo: Castellini, come due sere fa, Cicinho o Rosi. Senza uno tra e Borriello a disposizione, facile tornare al , con Vucinic a sinistra. O Baptista.



Taddei per l’equilibrio. Ranieri preferisce gli esterni agli attaccanti. Il suo calcio passa dai lati e non in mezzo. Ma non c’entra il gioco, quanto la compattezza. Il brasiliano sa coprire la fascia come pochi, pure da terzino. Perrotta sa far tutto e non si risparmia mai. Con due così sulle corsie, è più facile aspettare per ripartire. La Roma, almeno nelle prossime partite, userà il contropiede: non c’è da vergognarsi, è il nostro credo dalla culla. Nove uomini sotto palla, due punte aiutate dai due uomini di corsa che partono larghi. Lo confermano le occasioni create dai giallorossi contro il . Solo sul gol dell’1 a 0, con gravi responsabilità tra l’altro della difesa di Gasperini, i giallorossi non sono andati al tiro con una ripartenza.



&Borriello, la coppia può funzionare. Nel 4-4-2, studiato con due uomini di fascia (leggi, però, corsa), i due centravanti, anche il capitano lo è, possono coesistere e bene. Borriello sa venire incontro e andare in profondità, può allargarsi per aprire il campo e lasciare spazio agli inserimenti degli altri, tenere palla e colpire in prima persona. Il gol gli manca (dal 9 maggio), ma la condizione c’è: quindi presto Francesco si sbloccherà.



La paura è l’avversario più temuto. La Roma non è ancora tranquilla, nemmeno se sta avanti di due gol. E’ successo già tre volte e addirittura sempre in casa: contro il , capace di rimontare, il Cluj e appunto il . Non bastano cinque difensori, come si è visto a e anche nell’ultimo quarto d’ora della gara di sabato sera, per evitare i brividi lungo la schiena (anche dei tifosi). I giocatori, alla prima difficoltà, arretrano e sbandano.



Un’ora sola di fiato e gambe. E’ la costante che più preoccupa. La Roma ha la lingua di fuori dopo un tempo, al massimo tiene per sessanta-settanta minuti. La preparazione va rivista e corretta, al più presto. Perché, nei momenti di difficoltà, il gruppo non sta in piedi.



La difesa sbanda: troppe palle-gol per gli avversari. Juan è il più in forma e spesso fa per due o per tre. Ma il reparto è fragilissimo in più interpreti e rimane il peggiore della serie A, 12 reti subite e da ieri pomeriggio in compagnia di quelli del Lecce e del , 4 gol incassati a testa: spesso si addormenta, Cassetti vacilla quando lo puntano, Burdisso senior ci mette il cuore ma non la tecnica e Riise è in chiaro ritardo. E’ più una questione di uomini che di protezione: la forma dei primi è da trovare, l’altra c’è e per ora non basta.